1 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie
Milionesima miniserie storica da tempi abbastanza "Woke" stavolta sull'assassinio di Abraham Lincoln e i 12 giorni seguenti al Ford Theater di Washington con la caccia fino in Virginia del fuggitivo John Wilkes Booth.
Utilizza la medesima storia schiavistica(senza nulla mitigare o voler limare dei suoi orrori storici e materiali) per fare propaganda e revisionismi vari dal megafono hollywoodista del Black Lives Matter; prodotta dalla Apple productions, ovvero una multinazionale di quella stessa America che gli schiavi li adopera ancora nel XX° secolo a produrre cellulari e ordinatori elettronici per lei però in Cina, laddove le condizioni, orari e diritti del lavoratore sono quanto meno come dire, discutibili.
Ma chi se ne frega sono cinesi non sono neri americani, quindi al regista e co-ideatore Carl Franklin da sempre di parte essendo la sua quella di Spike Lee, e ai citati produttori di Cupertino, cosa ripeto ancora, gliene frega mai.
Pur nella buona rievocazione storica fin nei dettagli però piegati abbastanza faziosamente ad una retorica dei "buoni" santini(che erano repubblicani, i democratici schiavisti), e al netto di una fotografia troppo scura (perché volutamente in gran parte effettuata alla luce di fiaccole, lampade ad olio da bivacchi, candele), si tenta ancora oggi di fare credere alla panzana colossale che la Guerra di Secessione 1861-1865 sarebbe stata principalmente voluta e scatenata con il pretesto di Fort Sumter, "per liberare gli schiavi negri" e non per far affermare definitivamente l'economia industriale e pesante su quella cotoniera, quindi agraria, senza mai citare direttamente in uno dei 7 episodi quelle che sono un pò di più -con tutti i documenti che citerò e desecretati negli anni '60 e '70 del '900-, che teorie cospirative, cioè le numerose prove storiche oggettive di un complotto interno agli unionisti nordisti, coinvolgenti il Segretario di Stato Edwin Stanton che è invece l'eroe senza quasi macchia della intera serie(però nel sesto episodio quando brucia una pagina del diario di Booth, perché forse potrebbe danneggiare la sua reputazione qualcosa adombra), e il capo della polizia nazionale Lafayette Baker, un altro degli eroi della serie.
Le uniche vere legnate sono riservate al vice e successore di Lincoln come Presidente, il descritto come opportunista e cinico politicante Andrew Johnson, amico della "restaurazione" e con il quale si adombra una forse sua complicità o comunque tornaconto dall'interno dell'amministrazione ma senza dirlo apertamente, i neri immancabilmente sono solo positivi nemmeno un collaborazionista
minimamente complice con i bianchio uno vagamente cattivo, tutti integri e moralmente, eticamente superiori se non dei giganti, il cui "sguardo morale" per citare termini che piacciono molto a quelli che studiavano semiologia, incenerisce i personaggi come John Wilkes Booth.
Rappresentato come un bestiale razzista visionario e vaneggiante, imbevuto della sua fama di attore ma frustrato e complessato dolorosamente, oltre che dalla maggiore fama del fratello parimenti attore, un pazzoide esaltato e solitario con ambizioni di mito e simbolo a Richmond oramai distrutta(dai nordisti), tale e quale il suo successore Lee Harvey Oswald, secondo le versioni ufficiali tipo Commissione Warren.
Ci viene almeno mostrato di come la sua fu una esecuzione a freddo bella e buona con vari rimandi alla storia americana recente e del XX° secolo(come la scelta di gettare il corpo in un lago e non dargli un luogo di sepoltura fisico e rintracciabile, con la motivazione di non fare diventare la sua tomba meta di pellegrinaggio e venerazione di irridentisti e nostalgici vari, quel simbolo appunto che sarebbe voluto e potuto diventare in vita, e anche da morto gli è negato), e per la scelta politica di Stanton e gli altri, di non concedere un processo penale ma di tipo militare contro dei cospiratori, come se ancora ci fosse uno stato belligerante in atto(la guerra era terminata 5 giorni prima l'assassinio), quindi nemmeno un briciolo di umana pietà dopo 160 anni per Mary Surrat sulla quale anche un "liberal" di radicata fama e fede come Robert Redford, si spese. Impiccata senza grandi prove di colpevolezza assieme agli altri "congiurati", ma più che altro per sete di vendetta, e teorie di correità mai sufficientemente provate.
In altri punti come quasi sempre come accade in questi media hollywoodisti attuali, non mancano affondi di trionfale retorica riferendosi ai decenni che verranno, quando l'inizio della fine vera della civiltà occidentale si può dire che decretato proprio dalla sconfitta sudista della Confederazione.
Per alcuni invece come dicesi un trionfo, un balzo in avanti progressista e illuministico, con quello che 160 anni dopo abbiamo davanti, grazie alle bellezze ed ecque giustizie della civiltà industriale...Con una America di minoranze estremistiche e massimaliste, rivendicative e minacciose come non mai...sembra sempre di più con queste rievocazioni un mezzo per celebrare l'odio e il revanscismo nero, che piace anche perché strumentalizzato come sempre per fare quattrini applicandolo a prodotti e serie tv, e quindi ai magnati tipo quelli della Apple, invece che la seria analisi storica.
Interessante il mostrare che Lincoln (con non molto spazio nei flashbacks e introdotto da una barzelletta-freddura, che neanche Berlusconi) dette in un incontro tra i due il tacito via libera a Staunton per assoldare un complotto che eliminare fisicamente Jefferson Davis, il Presidente della CSA dei Confederati.
In una sorta a posteriori di "chi di assassinio politico ordisce, di assassinio politico e cospirazione perisce".
John Nada
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