La recensione su Dr. Death

Fin dai tempi di E.R., apoteosi del medical drama moderno e di successo, la televisione Made in USA (ma non solo) ha affrontato il dramma ospedaliero per raccontarne il realismo, il dramma e, perché no, anche i pericoli o la denuncia a un sistema sanitario (spesso) insufficiente ma sempre e comunque in un tono rassicurante, con la consapevolezza e la speranza, sempre ben riposta, verso medici e infermieri che avrebbero sempre trovato la soluzione ad ogni problema.

Poi c’è questa nuova serie di Peacock chiamata Dr. Death e dedicata alla storia (vera) del Dott. Christopher Duntsch, soprannominato Dottor Morte, che dal titolo potrebbe sembrare un vecchio film horror in cui uno scienziato pazzo, in preda a deliri di onnipotenza, sfrutta ignari pazienti per i suoi folli e disumani esperimenti.

E già, sembrerebbe...

“Le politiche all’interno di una sala operatoria sono complicate”

Ispirato dal noto post cast True Crime di Laura Beil, nello specifico a una puntata dedicato ai casi di negligenza medica più eclatanti degli ultimi anni e andato in onda negli USA nel 2018 con grande successo, Dr. Death (dal 12 Settembre in Italia su Starzplay) é una miniserie di 8 episodi scritta e prodotta da Patrick MacManus (Marco Polo) e diretta da tre registe donne, Maggie Kiley, Jennifer Morrison (che di medical drama se ne intende avendo interpretato per anni la Dott.sa Cameron in Dr. House) e So Young Kim, che ricostruisce con dovizia di particolari il caso del medico americano colpevole di aver provocato danni irreversibili o mortali a più di trenta pazienti, accusato di negligenza professionale e condannato all’ergastolo nel 2017.

Dr. Death é un insolito medical drama al contrario, dove come in un horror da incubo é il medico ad essere il mostro, e che ripercorre la carriera, dall’Università fino alle aule di tribunali, del Dot. Cristopher Duntsch, interpretato da un bravissimo Joshua Jackson, che all’ultimo ha sostituito Jaime Dornan originariamente scelto per la parte ma rimasto bloccato in Inghilterra per la Pandemia, che da corpo e sangue a un (presunto) prodigio della chirurgia che si trasforma in un pericolosissimo macellaio, operando impunemente per più di un decennio nonostante i suoi interventi si rivelino un disastro anche grazie al colpevole silenzio dei dirigenti di un sistema sanitario maggiormente preoccupato a salvare i propri guadagni che non la salute dei propri pazienti.

Interventi anche di routine che si trasformano nelle mani del medico non nell’espressione del proprio talento o altruismo ma la testimonianza di una mente malata ed egocentrica e di un super-io ipertrofico e criminale.

Il Dot. Duntsch é un personaggio abietto - egocentrico, manipolatore, fasullo e permaloso - ma anche affascinante e ipnotico, ricolmo di tristezza e di un dolore tale da distruggere, inconsapevolmente o meno di questo, tutti quelli che hanno la sciagura di incontrarlo ma é anche estremamente persuasivo, un imbroglione incredibilmente efficace nel raccontare le sue bugie, prigioniero com’é di un complesso di superiorità (o inferiorità?) da trasfigurare completamente la realtà, rifiutando così la verità su se stesso (ovvero quello di essere in realtà un mediocre) perché, alla fine di tutto, é proprio lui la prima vittima delle sue stesse menzogne.

Dr. Death é un racconto schietto e diretto, una serie di tormenti e sofferenza a tratti anche insopportabile e a cui occorre una buona dose di pazienza per la visione, ma é un viaggio spesso agghiacciante tra una serie biografica, un medical drama, un thriller o (anche) un film horror e, soprattutto verso la fine, anche un serial procedurale per un racconto che tiene lo spettatore incollato alla storia.

Questo grazie a una regia asciutta e plumbea e a una scrittura attenta e incisiva, oltre a una certosina ricostruzione dei fatti, quasi documentaristica, che non è solo disturbante da un punto di vista civile o morale ma propone anche il ritratto disgustoso di un sistema sanitario che non dovrebbe esistere.

Una storia crudele e dolorosa, estremamente attenta ai dettagli, con una scrittura cinica e impietosa e da un’acutissima tensione narrativa, a volte disturbata da passaggi temporali non sempre chiarissimi e un po' spiazzanti, specie nelle prime puntate, ma che contribuisco a costruire un puzzle affascinante e terribile allo stesso tempo.

Tra gli interpreti Alec Baldwin, Christian Slater, Grace Gummer, Dominic Burgess, AnnaSophia Robb, Carrie Preston, Maryann Plunkett, Kelsey Grammer e Molly Griggs.

VOTO: 7