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The Undoing - Le verità non dette

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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MiriamMonteneri

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La recensione su The Undoing - Le verità non dette

di MiriamMonteneri
2 stelle

Diceva Orson Welles:"Per me, il cinema è recitazione.La qualità di un film è tutta questione di quali attori hai, di come recitano."

Forse dei bravi attori avrebbero reso meno indigesto questo "The undoing", mascherandone per quanto possibile i limiti: la banalità di una trama tutt'altro che inedita, l'incapacità di costruire la suspense e di creare mistero, così come quella di dar vita a colpi di scena degni di questo nome e non ampiamente prevedibili anche dallo spettatore più ingenuo ed inesperto.

Ma non è questo il caso. Per quanto concerne la Kidman, già dopo i primi due episodi vengono a galla tutti i limiti della sua recitazione: una certa "monoliticità", una fissità espressiva (da molti, invero, scambiata per intensità) e una mancanza di sfumature che solo alcuni dei  migliori registi coi quali ha lavorato sono riusciti a nascondere (primo fra tutti il van Sant di "Da morire").

Diverso il discorso per quanto concerne Hugh Grant.Fatta salva qualche discreta prova nei primi anni di carriera, si è in seguito dimostrato attore svogliato e scansafatiche, uno di quelli cui più che la bravura difetta l'impegno, che si limita a fare il minimo indispensabile per portare a casa la pagnotta ma sembra altresì capace di ben altre prove. Bisogna ricredersi. Si tratta di un interprete monocorde, dal registro espressivo limitato, del tutto inadatto a rendere la complessità di un personaggio, come quello di questa serie, ambiguo e sfaccettato, una sorta di Jekyll e Hyde, un uomo violento e anaffettivo celato dietro le sembianze di un amorevole padre di famiglia. Ci sarebbe voluto un attore dall'aspetto rassicurante ma in grado, con uno sguardo, di far gelare il sangue nelle vene. E invece abbiamo un bietolone che crede sia sufficiente fare qualche smorfia da commedia per cavarsela.

E' però vero che così facendo ci regala alcuni impagabili momenti di comicità involontaria, come quelli dell'intervista televisiva alla fine del 4° episodio, dove si esibisce in tali contorcimenti facciali da farci temere che stia rischiando un ictus (ma anche la Kidman della fine del 5° episodio, quando scopre l'arma del delitto, non scherza: complici delle inquadrature inqualificabili, sembra di assistere alla parodia di un horror).

Non basta un buon cast di contorno, in parte sprecato (vedi Matilda de Angelis ridotta a quasi muta immagine del desiderio), a risollevare le sorti di un prodotto la cui mediocrità, trattandosi di una produzione Hbo, lascia davvero allibiti.

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