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Perry Mason (2020)

2 stagioni - 16 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Perry Mason (2020)

di YellowBastard
7 stelle

Quando nel lontano 1933 Earle Stanley Gardner presentava al mondo il suo ideale di giustizia americana che portava il nome di Perry Mason non avrebbe certo immaginato quanto la sua fantasia avrebbe travalicato le pagine di un libro per imporsi nell’immaginario collettivo di una intera nazione per decenni, un avvocato letterario che dopo essere stato il protagonista di ben 80 pubblicazioni è riuscito a imporre la sua presenza anche al cinema, grazie ai film della Warner Bross e, soprattutto, in televisione grazie ai vari serial in TV interpretato, quasi sempre, dall’intramontabile Raymond Burr.

 

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Data l’ondata di revival che ha colpito ormai da tempo il "piccolo" schermo HBO decide di rispolverare il buon vecchio avvocato in un nuovo serial, prodotto tra gli altri anche da Robert Downey Jr., candidato inizialmente a vestire le vesti del protagonista, e alla fine interpretato invece dall’ottimo Matthew Rhys di The Americans, presentando però un uomo molto diverso rispetto a quello che siamo abituati a ricordare (ma comunque non manca, alla fine, la citazione della classica sigla seppur in una inedita versione jazz) e avendo avuto l’ardore di fare qualcosa che nemmeno lo stesso Gardner, il suo creatore, aveva avuto il coraggio di fare: raccontarne le origini.

 

Questo nuovo Perry Mason è un soldato reduce della Prima Guerra Mondiale di cui porta ancora gli incubi, divorziato e con un figlio con cui fatica ad avere un rapporto, malsanamente legato alla fatiscente casa di famiglia, monumento al passato di una famiglia Mason che ormai non esiste più, un uomo all’antica che fatica a tenere il passo con un mondo che corre troppo velocemente verso il futuro ma lasciandosi nel farlo troppe persone alle spalle.

Ambientato in una Los Angeles del 1932 plumbea e decadente come ben si addice alla tradizione del cinema noir, durante il periodo della grande Depressione che ingoiava le speranza e i sogni di una intera nazione, questa nuovo reboot, distribuito in Italia su Sky Atlantic e Now TV e composto da otto episodi di circa cinquanta minuti ciascuno, si può facilmente considerare come un vero e proprio prequel che racconta gli inizi della carriera del non ancora famoso avvocato trasportandoci nella Los Angeles corrotta e immorale della fine del proibizionismo.

 

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Nonostante si presenti fin dall’inizio come un’indagine su un efferatissimo omicidio il nuovo Perry Mason è soprattutto un’indagine sulla natura umana e sulle colpe, anche del passato, di tutti i suoi protagonisti sfruttando gli stilemi del noir e la sua ambientazione nel passato per costruire un ponte con il presente sfruttato per affrontare tematiche comuni in entrambe le epoche come l’inevitabile razzismo nella società, rappresentata principalmente dalla storyline dell’agente Drake, o il ruolo della donna al suo interno grazie a Della Street, personaggio femminile forte e lontana da certi stereotipi, o ancora l’influenza della religione sui fedeli o nella politica sfruttata a proprio vantaggio per bieco opportunismo o per interessi economici e di come il cambiamento sociale possa travolgere chi non è pronto, moralmente o eticamente, a una tale trasformazione, con un protagonista che dovrà scegliere se accogliere una tale evoluzione espiando in questo modo le proprie colpe del passato o rimanere invece uguale a se stesso e imparare invece a convivere con i propri fantasmi.

 

Gli sceneggiatori Ron Fitgerald e Rolin Jones, subentrati alla direzione del serial dopo l’abbandono di Nic Pizzolato, realizzano un piccolo gioiello, un prodotto pressoché imperdibile per quanto non rivoluzionario, mettendo in piedi una storia che non si risparmia nel mostare un mondo fatto di sistemi corrotti, pregiudizi, povertà e abbandono.

Già collaboratori in Boardwalk Empire, altra serie HBO ambientata in quegli stessi anni ma ad Atlantic City, gli showrunner Jones e Fitzgerald ritrovano anche il regista Tim Van Patten, un prodigio del piccolo schermo vincitori di innumerevoli Emmy Awards grazie alla regia in serie come I Soprano, The Pacific, The Wire, Il Trono di Spade e il già citato Boardwalk Empire, ottenendo come risultato un prodotto formalmente impeccabile grazie alla sua ricostruzione storica, l’ottima scenografia e una colonna sonora firmata da Terence Blauchard.

 

Nel cast oltre al protagonista anche Juliet Rylance, John Lithgow, Shea Whigham, anche lui reduce dal successo di Boardwald Empire, Chris Chalk, Tatiana Maslany, Robert Patrick, Gayle Rankin e Andrew Howard.

 

In conclusione un prodotto di eccellenza, specie per gli estimatori del grande avvocato o del giallo/noir in generale, che è stato già prontamente rinnovato da HBO per una seconda stagione.

 

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VOTO: 7,5

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