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Chernobyl

1 stagioni - 5 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su Chernobyl

di giurista81
9 stelle

Più che una serie è un lungometraggio, sulla lunghissima distanza, concepito per essere suddiviso in cinque episodi televisivi. Impressionante, data la destinazione televisiva, la messa in scena e la crudezza del make up (da horror). Johan Renck, onirico regista videoclipparo di star del rock mondiale (sue le regie, tra gli altri, di Black Star di David Bowie, ma anche di pezzi di Kylie Minogue, Robbie Williams e Madonna), gira con mano solida, agevolato da una sceneggiatura ad ampio respiro che evita banalità e si fa forza su dialoghi calzanti e su una lodevole ricostruzione storica. L'orrore del disastro viene centellinato, ma presenta sempre più la propria valenza specie negli alternativi scenari che si sarebbero potuti aprire senza l'eroico apporto delle migliaia di operai e vigili letteralmente mandati al macello dalla lenta, ingolfata e presuntuosa burocrazia sovietica. Gli sceneggiatori non risparmiano stilettate in tal senso (viene alla memoria il disaster movie Shin Godzilla), anche se riabilitano alcune figure politiche che, conscie della loro ignoranza, si affidano agli scienziati (tra questi anche il futuro presidente Gorbaciov).

Ciò che impressiona sono il ritmo serrato e la splendida fotografia. Le ore passano senza rendere mai pesante la visione, neppure nella proposizione condensata in due lunghe puntate mandata in onda da LA 7, con episodi superiori alle tre ore. Nel cast artistico si riconoscono diverse star di Hollywood, quali Stellan Skarsgaard, Jared Harris ed Emily Watts. Notevole, poco altro da aggiungere, il risultato finale. Un prodotto televisivo realizzato col piglio e lo stile del grande cinema. Pluripremiato con 42 riconoscimenti, tra cui dieci emmy, due Golden Globe e un Grammy, terza migliore serie del 2019 per il British Guardian. Tanti elogi e tanti plausi, con l'intelligente promozione da parte dell'attuale Ministro della Cultura russa. Nonostante ciò, come diceva Neil Young, Rust Never Sleeps, ossia la ruggine non muore mai, tanto che alcuni media filosovietici hanno avuta la brillante idea di criticare parti della sceneggiatura ravvedendo nel disastro anche presunte responsabilità della C.I.A. Quando è il caso di dire che le responsabilità sono come il jack di picche nel gioco dell'uomo nero: l'ultimo che le prende è quello designato del ruolo di capro ispiatorio.   

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