11 stagioni - 177 episodi vedi scheda serie
Nociva e tendenzialmente pericolosa per gli immaturi. Come genitore non la consiglio,
Attenzione – dice l'avvertimento ad inizio di ogni puntata- ci sono sono scene particolarmente crude che potrebbero urtare la vostra sensibilità. Già questo avvertimento – fiammeggiante a tutto schermo – preannuncia l'esistenza di scene tremende. Siamo tutti vaccinati a scene di violenza, sempre più realistiche e raccapriccianti. Un realismo che fa discutere sull'opportunità o meno di esplicitare fino nei minimi particolari. Essendo adulto e parecchio, ero preparato a vedere zombies demoliti nei modi più fantasiosi.
Sono, dovevano essere essere – così ritenevo – il peggior nemico da combattere per gli uomini sopravvissuti ad una pandemia senza controllo. Atlanta, la città dalla quale prende avvio tutta la vicenda, bombardata inutilmente con il napalm dall'esercito, è invasa dai morti viventi. Un gruppo di sopravvissuti, eterogeneo e complesso per sesso, età, e vicende personali, si trascina in pellegrinaggio tra periferie urbane, piccole città periferiche e la natura punteggiata di fattorie e villaggi. Tutti luoghi affollati dagli ex abitanti, ora zombies- chiamati a volte azzannatori o vaganti o morti che camminano- che se ti mordono diventi come loro e l'unica maniera per ucciderli è sfondargli il cranio. Quindi non basta sparare al corpo, anzi, il colpo attira, come ogni rumore, l'attenzione di altri morti viventi. Sei preparato ad assistere ad una lotta senza posa perchè essi sono in maggioranza e i sopravvissuti sempre meno.
Ogni tanto gruppi di uomini vivi si incontrano o meglio si scontrano, perchè - invece di fare unione che farebbe la forza – sono egoisti, prepotenti e arraffano armi, cibo e occupano il posto dei sopraffatti. I protagonisti sono sempre sul chi vive, con le armi spianate e con una reattività degni di un marine addestrato alla guerra. Tutto qua?
Quello che ho visto fin ora, sono a metà delle 10 stagioni – nove prodotte, una in cantiere- e che mi spinge ha recensire, è l'escalation della violenza bruta tra i vivi. Uomini, donne e pure minori, che per far fronte ai soprusi dei loro simili – a questo punto gli zombies sono una mera cornice – si desensibilizzano totalmente nel dare la morte, armi in pugno, senza nessuno scrupolo.
Un regresso della civiltà che non sente più il bisogno di regole, di una morale e soprattutto della Giustizia. Poichè il leader del gruppo è un ex sceriffo la sua trasformazione da rappresentante della legge a giustiziere è impressionante. Tutto giustificato da una sceneggiatura accurata e ben attenta a sottolineare che l'abbrutimento è imposto dalle circostanze e non concede un minimo appiglio per salvare l'etica. Questo mi riporta all'attualità quotidiana, agli episodi di violenza eccessiva e gratuita nei confronti di semplici sospettati, spesso di colore.
Mi ha infastidito l'abbondante uso di armi di ogni genere, quasi uno spot alle lobbies delle armi, e la facilità con la quale se ne trovano in ogni luogo visitato dal gruppo. Veri arsenali casalinghi, ma, si sa, agli americani tutto questo piace molto.
Questa serie è un elogio, nemmeno troppo velato, alla pratica e alla necessità di essere armati; un'apologia dell'autodifesa che, più ci si inoltra nella storia, si esalta fino a denigrare chi ha preservato umana pietà e spera sempre nella giustizia che comprende e perdona.
Mi sono chiesto che beneficio ne trae una società, quella americana in primis e i loro giovani esaltati delle armi, che emula questi eroi e se ne sente partecipe, condividendo la tesi che siamo sempre in guerra contro un nemico, vero o presunto. Perchè fondamentalmente questa serie è intrisa di pessimismo e non da speranza di redenzione. Tutti i personaggi sono inghiottiti dal demone della violenza, generata dalla paura e dal sospetto, che porta all'autodistruzione morale. Emblematica la scelta dell ex sceriffo che, dopo un iniziale tentennamento, restituisce la pistola al figlio minorenne perchè la usi. E lui lo farà senza troppi scrupoli.
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