Nel nuovo film di James Gunn, Superman non sarà l’unico alieno a far parlare di sé: al suo fianco ci sarà anche Krypto, il supercane. Un personaggio che nasce da un’idea tutt’altro che astratta.
Il regista ha infatti raccontato di aver adottato un cane, Ozu, salvato da un allevamento casalingo con 60 animali. All’inizio era, parole sue, “il peggior cane del mondo”: mordicchiava piedi, non si fidava di nessuno, trasformava ogni telefonata in un rodeo. Da quell’esperienza è nata la scintilla: immaginare cosa accadrebbe se un cane così, diffidente e ingestibile, avesse superpoteri.
Il risultato è Krypto, una figura che non è solo la mascotte del film, ma un riflesso reale e bizzarro della vita privata di Gunn. Un cane che porta in scena tutta la sua imprevedibilità, con il potenziale di rubare più di una scena all’Uomo d’Acciaio.
All’inizio del nuovo film, il vero protagonista non è l’Uomo d’Acciaio, ma il suo cane. Krypto irrompe in scena con un ingresso da star: al richiamo del super-fischio corre a tutta velocità verso la Fortezza della Solitudine, sollevando un polverone di ghiaccio come un tornado bianco.
Ad attenderlo c’è un Superman malridotto, reduce dallo scontro con il misterioso Martello di Boravia: 14 ossa rotte, danni agli organi interni, polmoni compromessi. Non proprio il momento ideale per le feste del cane… ma Krypto non resiste e gli salta addosso con tutto l’entusiasmo del mondo, peggiorando (probabilmente) la situazione. Per fortuna ci pensano gli androidi servitori a rimettere insieme Kal-El con una dose di radiazioni solari concentrate. Superman recupera l’83% delle forze, ma quando finalmente si rialza trova la Fortezza devastata. Il colpevole? Sempre lui: il cane, che nel frattempo ha trasformato il rifugio in un campo di battaglia. Alla protesta dell’eroe, i robot si giustificano: loro si limitano a nutrire il “canide”, che però non obbedisce a nessuno. Un gag che racconta già perfettamente la natura del personaggio: Krypto non è solo il fedele amico a quattro zampe di Superman, ma anche la sua più imprevedibile fonte di guai.
Nell’epilogo, mentre Superman si riprende nella Fortezza della Solitudine ricostruita dai robot autoriparanti, fa il suo ingresso Kara Zor-El, leggermente alticcia, per riprendersi Krypto. Appena la vede, il cane le salta addosso con la solita furia incontrollata. Superman scuote la testa: «Ecco perché ha problemi di comportamento». E il robot, gelido, conferma: «Non ha limiti. Non è sano».
Krypto il Supercane è senza dubbio uno dei colpi di genio del nuovo Superman. D’altronde, chi non si affeziona a una spalla a quattro zampe? È il trucco più antico del cinema: basta un muso fedele e dispettoso per far scattare l’empatia immediata del pubblico. Con Krypto, James Gunn ha trovato il suo “ingrediente segreto”: un cane capace non solo di rubare la scena, ma anche di farci guardare l’Uomo d’Acciaio con occhi diversi.
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