Tanti film sulla carta. Molti film sotto la soglia. E quello che proprio andrebbe visto sul grande schermo di schermi ne ha pochissimi. Un errore di sistema, ripetuto.
Film politicamente “a-politico” e straordinariamente maturo. Dannatamente attuale, purtroppo. Colonna sonora ottimamente asservita allo scopo e direzione impeccabile per un film che, a mio avviso, meritava più di quanto raccolto, ovvero nulla.
Il celebre attore è cantante francese Franck Dubosc esordisce in regia con una commedia noir che - nello stile frizzante ed ironico, condito da sprazzi pulp - cerca di ripercorrere i sentieri del thriller ironico ed efferato dei fratelli Coen
Un road movie, di formazione, italiano, autentico. Commovente, a suo modo. Simpatico e psicologicamente istruttivo. Ben recitato e diretto, bel ritmo. Poco più di un’ora e mezza in cui non annoia mai. Si ride spesso. Si sorride spesso.
Essendo un esordio, la regista merita fiducia dopo un film in cui si poteva sbagliare parecchio e in cui invece, con la delicatezza usata con arte e buon senso, ha illustrato con sensibilità la crescita mentale e morale di una ragazza in una storia comune
C'è molto amore nei cinema di questa settimana: romantico, lovercraftiano, perseguitato, per sé stessi, per degli sconosciuti. Accomodatevi e sceglietene uno. O tutti.
Dopo un avvio scoppiettante e un ritmo capace di sostenere il peso degli eventi per circa metà del film, nella seconda parte si assiste a un totale sfibramento: i registi sembrano perdere la bussola, procedendo a tentoni verso il finale
Il cinema-derma di Together non sfiora i massimi sistemi e rimane in superficie. Ma lo fa più che benino, senza quasi mai essere... superficiale, badando al sodo, "bypassando" la morale e "scontrandosi" con l'etica.
Con leggerezza, tenerezza e lieve distacco Carine Tardieu dirige una pellicola che ci interroga sulla natura dell'amore e dell'attaccamento emotivo. Bruni Tedeschi in un ruolo che le calza a pennello è decisamente convincente
Nascite, morti, sesso, decisioni, tradimenti, accadono tutti e sempre dietro le quinte, sottoterra, negli anfratti, nei doppifondi e dietro alle pareti, nei deserti, nei conventi.
Al placarsi dell’indotta tormenta emotiva, rimane solo un inafferrabile pulviscolo di sensazioni, figlie dell’esposizione alla perpetua reiterazione di uno strazio disadorno dal minimo apporto artistico.
Le città di pianura non sono il Texas, eppure qua e là spunta l’ombra di Travis, Paris,Texas, 35 anni fa, qualche chiletto e capello in più, ma la solitudine è la stessa. Con una differenza.
Ricorrendo alla consueta mescolanza di materiali e alla contaminazione fra passaggi più seri e drammatici e improvvise, brusche, rotture di carattere grottesco Anderson realizza un film che alcuni hanno definito tra i suoi più commerciali ma che rimane incredibilmente coinvolgente
Quasi tre ore di corse sfrenate, lunghi ed esagitati piani sequenza e corse in macchina rocambolesche degne del polso registico di un Michael Mann in stato di grazia rendono Una battaglia dopol'altra un fiume vorticoso che non smette di incantare e avvincere.
Tra gli entusiasmi smodati su Una battaglia dopo l'altra e la tempestività di La voce di Hind Rajab è difficile non discutere in questa settimana di cinema in sala. Nel caso però ci sono un paio di commedie su cui riparare.
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