Regia di John Milius vedi scheda film
Il tema dell’amicizia visto con un occhio epico ed uno nostalgico. Protagonista la giovane generazione americana che si forma nei travagliati ’60 (e simbolicamente le grandi mareggiate marchiano anni chiave della recente storia americana), la quale affronta impavidamente la sfida: natura (nelle suo duplice volto: gli elementi e l’umana versione), guerra e sconvolgimenti politici, sociali e culturali. Tre ragazzi di differente carattere legati dall’affine passione per il surf e dal nobile sentimento dell’amicizia attraverso ardue prove fisiche ed esistenziali diverranno infine adulti tra le fratture del tempo. Tempra e virilità in dosi abbondanti tali da sfiorare quasi l’estremo machismo estetico, fortunatamente, però, l’impatto ed il piglio sono quelli giusti. E’ un affresco incredibile che si staglia sullo sfondo mentre l’incurante spettatore cerca di cogliere l’appiglio giusto. Solo al termine si renderà pienamente conto di quanto ha veduto e di essersi trovato sin dall’incipit sulla cresta dell’onda. Epocale rito di passaggio alla maturità ieratico ed esaltante, perfino trascendente, in cui, tra tanta maschia celebrazione, il pathos fa più volte capolino. Lasciarsi andare tra l’impetuoso sciabordìo delle spettacolari immagini acquatiche o commuoversi per il tempo trascorso e che non torna più, l’innocenza (e la giovinezza) perduta, le cose che cambiano e non saranno più le stesse e l’amicizia che resta, è da uomini.
Ecco Ralph supermaxieroe come mai mi sarei immaginato di vederlo quando da adolescente rimiravo il telefilm. Nonostante l'appeal californiano è rimasto idealisticamente integro.
Con questo film si è decisamente ritagliato un posto nella storia, anche se - incredibile a dirsi - forse è più noto popolarmente per esser stato il regista di "Conan il Barbaro". Decisamente meglio rammentarlo allora - senza comunque volergliene per il pur discreto film appena menzionato - per esser stato cosceneggiatore di un certo "Apocalypse Now"...
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