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Le balene d'agosto

Regia di Lindsay Anderson vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le balene d'agosto

di Dany9007
7 stelle

 

Con un cast  che in gergo cinematografico si definisce di “vecchie glorie” il film già commuove nel vedere insieme interpreti che hanno un passato artistico che spazia, nel caso di Lillian Gish, 94enne all’epoca della realizzazione del film (e che ancora oggi detiene grazie a questa pellicola il primato dell’interprete protagonista più anziana della storia del cinema), persino dagli albori del cinema sotto la direzione di David W. Griffith e Bette Davis, allora 79enne, indimenticabile in capolavori come Eva contro Eva e Che fine ha fatto Baby Jane?. Con queste due attempate ma vitali interpreti rispettivamente nei ruoli di Sarah, brillante, paziente e solare, e di Libby, più mefistofelica e necessariamente dipendente a causa della sua ipovedenza, scopriamo una vicenda fatta soprattutto di sensazioni e di ricordi in questa magnifica casa sulle coste del Maine, ove sin da bambine queste due sorelle ormai al tramonto della propria vita, aspettavano di vedere le balene del titolo. Se il rapporto tra le due inizialmente è tutt’altro che idilliaco, nonostante la sconfinata pazienza di Sarah nell’accudire la sorella inferma, il tempo ed il temperamento di Sarah avranno ragione nel riuscire a riallacciare sinceramente i rapporti e anzi cementandoli in questo luogo così legato al proprio passato. Attorno a loro gravitano altri interpreti sempre dell’epoca d’oro del cinema: Vincent Price, allora 76enne, intepreta un distinto gentiluomo russo ormai in decadenza, Ann Sothern, 79enne, riuscì ad avere una Nomination all’Oscar grazie all’interpretazione dell’invadente amica Tisha ed infine il 65enne Harry Carey jr. attore presente in innumerevoli western di John Ford e come caratterista in film di John Wayne. Sicuramente la vicenda ha un approccio estremamente delicato e tutto sommato sorprendente in anni dove si bada di più al ritmo e a pungolare il pubblico in modo plateale, dall’altro sicuramente l’assenza di un vero “dramma” o comunque l’elaborazione di un rapporto gestendo la storia secondo canoni più legati al teatro che al cinema limitano un po’ la presa che può avere il film sullo spettatore. Resta comunque un toccante film che sembra uscito da altri tempi, così come i suoi protagonisti.

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