Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Secondo lungometraggio di Stanley Kubrick: ritenuto quasi all'unanimità dalla critica un'opera minore nel suo straordinario percorso filmico, ma pur sempre abbastanza interessante. Un esercizio di stile su temi da film Noir, con una vicenda assai risaputa ma un'indubbia originalità nella messa in scena di alcune sequenze (il celebre, lungo duello nel deposito di manichini è un gran pezzo di cinema, visionario e allucinato, ma anche la sequenza di pugilato è girata e montata con un dinamismo che ci ricorda il corto d'esordio "Day of the fight") e omaggi all'espressionismo tedesco nella fotografia in bianco e nero, curata dallo stesso regista. Film molto breve su una durata di 67 minuti, dovuta anche al budget estremamente ridotto con il quale fu realizzato il film, si sviluppa con ritmo incalzante ma è ancora immaturo nell'orchestrazione della vicenda, con alcuni snodi del plot e alcune caratterizzazioni che risultano un po' sommari, per quanto non si avverta quell'impressione di pretenziosità tipica del precedente "Fear and desire". All'epoca fu un fiasco commerciale, e va ritenuta un'opera di apprendistato di livello più che dignitoso. Nel cast risulta efficace soprattutto la prestazione del caratterista Frank Silvera nel ruolo del cattivo, che era apparso gia' in Paura e desiderio, mentre il protagonista Jamie Smith, pur non risultando fra i più memorabili leading men di Kubrick, ha comunque una presenza scenica e un'espressività adeguate.
voto 7/10
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