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Gli avvoltoi hanno fame

Regia di Don Siegel vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Gli avvoltoi hanno fame

di axe
7 stelle

Messico, seconda metà del XIX Secolo. Le truppe francesi di sostegno all'imposto sovranno Massimiliano D'Asburgo combattono i repubblicani, fedeli al deposto presidente Benito Juarez. Nel nord della nazione, Hogan, un cavaliere solitario, salva da tre aggressori Sorella Sara, una suora che collabora con i militanti juaristi. Hogan, in Messico per mettere le mani su un tesoro custodito in una fortezza francese, unisce le sue forze a quelle della donna, scortandola attraverso un territorio reso pericoloso da fazioni in costante conflitto e finendo per aver a più riprese bisogno di lei. Nel frattempo, tra i due compagni d'avventura, nonostante la vocazione della donna, si sviluppa attrazione. Don Siegel, maestro statunitense del cinema poliziesco, dirige Clint Eastwood e Shirley MacLaine, in un western avventuroso dai toni leggeri ma non privo di violenza e momenti drammatici. I due attori, nei ruoli di Hogan e Sara, attraversano una porzione di Messico dominato dai francesi per raggiungere il capo di una fazione ribelle, Beltran, e, insieme ai suoi uomini, eliminare gli occupanti di un avamposto avversario. Molti pericoli li attendono. Sara, ricercata dai francesi, rischia più volte di essere riconosciuta ed arrestata; Hogan è ferito da una freccia scoccata da un pellerossa Yaqui durante uno sfortunato incontro con un gruppo di nativi. La volontà di collaborazione di Beltran è incerta, ed il piano elaborato per prendere la fortezza francese, ricco di incognite. Ma i due riescono nei loro intenti, e per Hogan c'è anche una sorpresa; Sara, infatti, non è una suora, bensì, probabilmente una ex-prostituta sotto copertura, la quale, portata a termine la missione in favore dei juaristi, si unisce all'uomo, condividendo il suo progetto di vita, andare a San Francisco ed aprire una casa da gioco. Le avventure dei due protagonisti sono di gradevole visione. L'ambientazione messicana offre spunti interessanti, pur non innescando riflessioni di carattere politico connesse a confronti con l'attualità del regista, uno schema spesso riscontrato nei film di produzione italiana di medesima contestualizzazione. E' altrettanto interessante assistere alla nascita del sentimento tra Hogan e Sara. Nonostante quest'ultima vesta una tunica, è molto sensuale e non nasconde al compagno di viaggio, esplicito nel dichiarare le proprie intenzioni, un certo interesse. Per una evoluzione in tal senso, è necessario attendere che Sara smetta la propria finzione. Il ritmo del racconto è irregolare. Sostenuto nella prima parte, perde colpi nella seconda; epilogo un po' fiacco. Le sequenze dell'incontro con gli Yaqui sembrano fuori contesto. Dunque, nella narrazione, c'è qualche incertezza. Ma le lacune sono colmate dall'affiatamento tra gli interpreti dei due protagonisti, attori di un certo spessore. Clint Eastwood è a suo agio nel ruolo di un guerriero solitario, disilluso, di poche parole, determinato contro i suoi avversari ma in grado di pendere la decisione giusta al momento giusto. Shirley MacLaine è partner all'altezza; pur essendo poco convincente nelle vesti di suora, il rivelare la finzione può dirsi un colpo di scena poco prevedibile. La colonna sonora è curata da Ennio Morricone; aggiunge a quest'opera, pur lontana dalla perfezione, un ulteriore motivo d'interesse e piacere nella visione. Un buon western d'avventura, che ha il suo peggior difetto, a mio parere, nella resa italiana del titolo.

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