Espandi menu
cerca
Lo sconosciuto del terzo piano

Regia di Boris Ingster vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Letiv88

Letiv88

Iscritto dal 27 maggio 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 10
  • Post -
  • Recensioni 98
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Lo sconosciuto del terzo piano

di Letiv88
6 stelle

Valore storico indiscutibile, ma come film d’impatto non va oltre il rispetto e la curiosità.

Breve, cupo e visivamente interessante, Lo sconosciuto del terzo piano (1940) di Boris Ingster è considerato uno dei primi noir della storia del cinema. Un film che getta le basi del genere con i suoi temi di paranoia, incubo e senso di colpa, ma che oggi funziona più come documento storico che come esperienza davvero coinvolgente.

Michael Ward (John McGuire), cronista newyorchese, diventa testimone chiave in un processo per omicidio: sostiene di aver visto Joe?Briggs (Elisha Cook Jr.) vicino al corpo di una vittima in un diner, testimonianza che porta Briggs alla condanna. Dopo il processo, Ward inizia a dubitare della propria percezione. Una sera nota un individuo sospetto nel palazzo dove vive e poi scopre che il suo vicino Meng (Charles Halton) è stato ucciso con modalità simili al primo delitto. Quando segnala la scoperta del corpo e fa notare le analogie tra i delitti, le autorità sospettano che possa essere lui l’autore. La fidanzata Jane (Margaret Tallichet) si mobilita per cercare lo sconosciuto che Ward ha intravisto (Peter Lorre) e provarne l’innocenza.

Ingster costruisce un racconto teso e compatto, che in poco più di un’ora condensa ombre, sospetti e claustrofobia. L’impianto visivo è fortemente influenzato dall’espressionismo tedesco: prospettive distorte, contrasti di luce violenti, visioni oniriche che deformano la realtà. Tutto molto affascinante sul piano estetico, ma anche piuttosto “da laboratorio”, più studiato che sentito.

La sceneggiatura mescola thriller psicologico, con la paranoia e i dubbi interiori di Michaelthriller giudiziario, legato al processo contro Joe Briggs, e un lato onirico e surreale, che trasforma le paure del protagonista in incubi visivi e psicologici. Il ritmo è costante ma appesantito da una colonna sonora onnipresente, che invece di aumentare la tensione finisce per soffocarla. La sceneggiatura, ufficialmente accreditata a Frank Partos, ha visto la versione finale influenzata dai contributi non accreditati di Nathanael West, che hanno contribuito a rafforzare il lato psicologico e onirico del film.

John McGuire interpreta Michael Ward, giovane cronista coinvolto in un processo che mette a dura prova la sua stabilità psicologica. Margaret Tallichet è Jane, la fidanzata che funge da ancoraggio morale e cerca di sostenerlo nei momenti di incertezza. Elisha Cook Jr. è Joe?Briggs, l’uomo accusato del primo omicidio, la cui vicenda giudiziaria innesca gli eventi che trascinano Michael in un vortice di sospetti e tensione. Charles Halton interpreta Albert?Meng, il vicino ficcanaso di Michael, la cui morte aumenta i sospetti sul protagonista.

Peter Lorre appare come lo sconosciuto del terzo piano, una presenza inquietante e minacciosa che domina la scena anche nei brevi momenti in cui appare, incarnando l’elemento perturbante che alimenta l’intero clima di paranoia e incubo psicologico del film. Già noto per le interpretazioni memorabili in M – Il mostro di Düsseldorf (1931) di Fritz Lang e in L’uomo che sapeva troppo (1934) di Alfred HitchcockLorre porta anche qui la sua cifra distintiva di inquietudine e ambiguità, rendendo il suo personaggio impossibile da ignorare.

Prodotto dalla RKO con un budget ridotto, il film viene spesso citato come il primo esempio compiuto di noir americano, uscito due anni prima de Il mistero del falco (1941) di John Huston. La fotografia di Nicholas Musuraca, futuro autore visivo di molti noir classici, anticipa la cifra stilistica del genere.

Un film importante più per ciò che rappresenta che per ciò che riesce a trasmettere. Lo sconosciuto del terzo piano ha momenti visivi notevoli e un’atmosfera disturbante, ma resta freddo, meccanico, distante. Storicamente fondamentale, ma emotivamente poco incisivo.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati