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Quel treno per Yuma

Regia di Delmer Daves vedi scheda film

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La recensione su Quel treno per Yuma

di barabbovich
7 stelle

A seguito dell’uccisione di un uomo durante l’assalto a una diligenza, un fuorilegge dall’inarrestabile parlantina (Ford), dopo essere stato catturato, deve essere scortato fino al treno che lo porterà al carcere di Yuma. Per l’operazione si offre un allevatore in bolletta (Heflin), buon padre di famiglia, che spera di rimettere in ordine i conti con il compenso che riceverà. Ma l’operazione si rivelerà ben più ardua del previsto, anche perché i complici del bandito non sono esattamente dei pacifisti.

Uno dei grandi titoli del western a stelle e strisce, Quel treno per Yuma ha il carattere atipico di una guerra di nervi tra l’allevatore dalla mira infallibile e il prigioniero manipolatore, dove il pathos nasce più dai silenzi e dagli sguardi che dai duelli. Qui non ci sono pistole fumanti (se non il minimo sindacale), ma conflitto di valori, amore filiale e per la propria donna (Dana), a cui si aggiunge il valore metaforico della siccità e una tensione che monta come una tempesta sul deserto. Ne risulta un western psicologico teso, quasi claustrofobico, che fa della morale un campo di battaglia e della stazione un teatro di attese e di scelta. Molti anni più tardi James Mangold ne avrebbe girato uno splendido remake, persino superiore all’originale.

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