Regia di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza vedi scheda film
"Sguardi": intensi e gelidi quelli del Killer,spenti e "pieni di vita" quelli della vittima.Salvo e Rita sono rispettivamente carnefice e vittima nell'assolato spicchio di Sicilia al puzzo di mafia.
E' un eccellente esordio quello di Piazza e Grassadonia,dove la "mafiosita' " cozza' con l'umanita'.
Il primo passaggio si consuma dinamicamente,in movimenti di macchina nervosi,che accapparrano sibili di kalashnkov e revolver.
E' un fotogramma adrenalinico degno del miglior Melville o d'un noir italico di genere,ma rimane comunque l'unico "leitmotiv" sanguinolento del film.L'intelligenza di Piazza e Grassadonia è sopratutto nell'accantonare la cruenza fuori campo,affidandosi al rumore dei "sensi" e alla figurazione scenica.L'ingresso nell'appartamento di Salvo,(giunto sin li per vendicarsi d'un agguato) segna l'inizio d'un impianto ellittico sensazionale.
Salvo (2013): Saleh Bakri
Un qualcosa che pone "Salvo" al di fuori dei canoni del "film di mafia";risparmiando allo spettatore un lavacro di efferatezza a volte gratuita.Vi è uno "scambio" empatico tra Rita e Salvo,con la giovane che pur non vedendo "sente" i passi dell'uomo.
Salvo come il classico "antieroe silenzioso" alla stregua d'un polar "Melvilliano",penetra nella casa,la regia offre le figure di uomo e donna nell'ombra,si "vedono",si sentono,si sfiorano.Un movimento di macchina avvolgente restituisce i movimenti di Rita e Salvo,nell'attesa d'un qualcosa di nefasto e "miracoloso" che si respira nell'aria.L'omicida Salvo uccide il fratello mafioso di Rita,la giovane si "nutre" cosi' d'un miracolo che le ridona la luce.E' una metafora perfetta,lucida e spietata,un riacquisire il senso di luci e colori che una vita coatta aveva sottratto.
Rita come donna di mafia,che tutto sa ma "nulla vede",l'impianto registico trasporta nell'empatia d'un rapporto nutrito inizialmente di odi e diffidenze,per evolversi in seguito in affetto e condivisione reciproca.
Salvo (2013): Sara Serraiocco
Una relazione dolce e poetica,silente e pregna di "sottintesi" tra figure forzate in ruoli ed etichette.
Ottima la scelta di relegare la mafia nel "circondario" della vicenda,la si tocca e respira in padrini patriarcali come l'ottimo Mario Pupella.La si evince in quello spicchio d'umanita' "onesta" ma collusa col malaffare,come l'inerme spalleggiatore Luigi Lo Cascio.Ma è una "mafia" che seppur vendicativa non puo' strappare il sogno d'una vita nuova.Salvo diventa cosi' per Rita una sorta di dolce "tutore",un angelo custode nella cui gelida freddezza e nei lividi silenzi si smuove un sentimento umano."Salvo" è un film dal trasporto emotivo,nel suggello significativo di "sguardo",anima e sangue.Un talento da non sottovalutare quello del tandem Grassadonia e Piazza,coinciso e brillante nel descrivere un pezzo d'umanita' relegata in un orrendo e schematico sistema.......
Salvo (2013): Saleh Bakri, Sara Serraiocco
Un opera delicata e non invadente nell'incedere,nutrita di ampi sussulti tra urla,umori e dolori, immutati comunque nella dolce sensibilita' della vicenda.
Complimenti ai due registi,supportati da un ottimo script destituiscono la mafia,"congelandola" nell'aridita' di cave "mortuarie" e luridi capannoni.
All'interno delle ferraglie sopravvive un lampo vitale che ora "guarda" e "sente" col cuore,grazie a un miracolo smosso da un dolce "Killer solitario" una nuova vita sta per ricominciare.....
"Salvo" è un film consigliato appassionatamente,parte d'un cinema italiano utile ed intelligente, che purtroppo non si
vede spesso.........
Salvo (2013): scena
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