Regia di John Ford vedi scheda film
Nel 1880, un gruppo di passeggeri sale su una diligenza da Tonto, Arizona, diretta a Lordsburg, Nuovo Messico. Tra i passeggeri, protetti dallo sceriffo Charlie Wilcox ci sono: Dallas, una prostituta cacciata dalla città, il dottor Josiah Boone, un alcolizzato, Lucia Mallory, moglie incinta di un ufficiale di cavalleria e Samuel Peacock, un venditore di superalcolici a cui si uniranno il giocatore d’azzardo Hatfield e il banchiere Raffaello Gatewood. Lungo la strada la diligenza si imbatte proprio in Ringo, che viene preso in custodia da Wilcox. Arrivati ad Apache Wells, Lucia va in travaglio e partorisce con l'assistenza del dottor Boone aiutato da Dallas, di cui Ringo si innamora. Dopo aver varcato il guado di Lee's Ferry, quando tutti pensano che il pericolo sia ormai passato, la diligenza viene attaccata.
Vita contro morte, nascita contro assassinio, orgoglio contro pregiudizio. John Ford crea ambienti claustrofobici e usa la musica per accentuare i cambiamenti d'azione. La scena più intensa è quella degli indiani che assediano la diligenza, girata con grande abilità. Ci sono momenti di riflessione sanguinosa, come le contrastanti opinioni su carità e nazionalismo. Ford supporta il New Deal, schierandosi con i protagonisti contro le figure conservatrici. Sullo sfondo la fascinosa e immensa Monument Valley. Ombre rosse è un classico del western che unisce introspezione e azione.
Eppure, eppure a me non è piaciuto. Ho fatto difficoltà a portarlo a termine e pur riconoscendone il valore storico e cinematografico non ha provocato a me nessuna emozione. Un film eccessivamente ricco di personaggi che finisce per contraddire, ad ogni scena, quelle che erano le mie aspettative. La delusione deriva comunque dalla presa di coscienza che il regista ha deliberatamente scelto di condurre una pellicola fredda che finisce per riscattarsi solo negli ultimi minuti.
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