Regia di Cesare Ferrario vedi scheda film
Sono stati fatti alcune produzioni sul mostro di Firenze, e questa secondo me è quella più convincente, anche se non priva di difetti. (è molto difficile realizzare una trasposizione cinematografica di questa vicenda, troppo lunga e complessa) Questo film tenta di esplorare la psicologia del caso attraverso la figura di una giornalista che si avvicina al "mostro" cercando di comprenderne le sue iniziative. La protagonista, Giulia, è una giornalista che si reca sul luogo dell'ultimo delitto, il massacro di una coppia francese nei pressi di Scopeti. Insieme all'amico scrittore Andrea, tenta di scoprire l'identità del killer, cercando di comprendere la sua mente, indagando sui precedenti delitti che risalgono al 1968. Il film cerca di ricreare il clima di terrore e di incertezza che c'era in Toscana e in l'Italia in quel periodo, incontrandodi molto sulla suspense e sull'inquietudine generata dai crimini che erano ancora in corso all'epoca della sua uscita. La sceneggiatura si basa sul lavoro del giornalista Mario Spezi, che per tutta la sua è vita ha indagato e scritto sulla vicenda, ma a mio avviso risulta piuttosto debole. Anche la regia di Cesare Ferrario non è niente di particolare, perché non riesce a dare forza ai personaggi. Una cosa molto buona invece sono le musiche di Paolo Rustichelli, che riescono a creare una giusta atmosfera Le riprese furono rischose, perché fu girato durante il periodo dei delitti, e fu distribuito nelle sale il 12 aprile 1986, a pochi mesi di distanza dall'ultimo omicidio del serial killer, per sfruttare l'interesse mediatico del momento, e questa cosa fu molto criticata. A parte tutto, il film è stato un grande successo di pubblico, e come già detto probabilmente il miglior lavoro fatto su questa brutta storia.
Il mostro di Firenze (1986): scena
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