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Breve film sull'amore o Non desiderare la donna d'altri

Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film

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La recensione su Breve film sull'amore o Non desiderare la donna d'altri

di Antisistema
9 stelle

CICLO - IL CINEMA DELLA SOLITUDINE SENTIMENTALE - INCEL, FEMCEL ED ALTRI SOFFERENTI PER AMORE

1# L'EREDITIERA DI WILLIAM WYLER (1949): LA PRIMA FEMCEL //www.filmtv.it/film/15910/l-ereditiera/recensioni/938289/


2# NESSUNO MI SALVERA' DI EDWARD DMYTRYK (1952): LA SALUTE MENTALE NEGATA //www.filmtv.it/film/31968/nessuno-mi-salvera/recensioni/1050847/#rfr:user-96297

 

3# MARTY - VITA DI UN TIMIDO DI DILBERT MANN (1955): L'ORIGINE DELL'INCEL E DELLA FEMCEL //www.filmtv.it/film/4184/marty-vita-di-un-timido/recensioni/1051519/#rfr:user-96297

 

4# TEMPO D'ESTATE DI DAVID LEAN (1955): L'AMORE AI TEMPI DELLA GARDENIA //www.filmtv.it/film/7045/tempo-d-estate/recensioni/931643/#rfr:user-96297

 

5# CALLE MAYOR DI JUAN ANTONIO BARDEM (1956): UN MASCHILE MESCHINO/UN FEMMINILE RASSEGNATO //www.filmtv.it/film/32496/calle-mayor/recensioni/1052131/#rfr:user-96297

6# LA PRIMA VOLTA DI JENNIFER DI PAUL NEWMAN (1968): EMANCIPAZIONE DAL PICCOLO MONDO DELLA PROVINCIA //www.filmtv.it/film/5485/la-prima-volta-di-jennifer/recensioni/1052562/#rfr:user-96297

 

7# TAXI DRIVER DI MARTIN SCORSESE (1976): ESSERE CONTRO //www.filmtv.it/film/7025/taxi-driver/recensioni/1015343/#rfr:user-96297


8# L'INSOLITO CASO DI MR. HIRE DI PATRICE LECONTE (1987): L'IMMAGINE DELLA PERFEZIONE FEMMINILE INAFFERRABILE //www.filmtv.it/film/3595/l-insolito-caso-di-mr-hire/recensioni/1053136/#rfr:user-96297

 

9# NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI DI KRYTZSTOF KIESLOWSKI (1988): ESSERE E SENTIRSI SOLI 

 

 

"Innamorato della vicina Magda, che spia con un cannocchiale, il giovane e timido Tomek riesce a combinare un appuntamento con la donna. L'incontro però si rivela drammatico per il ragazzo che, disilluso, tenterà il suicidio per amore."

 

 

La fede è questione di salto nel vuoto verso l’insondabile. Invece l’apostolo Tommaso volle toccare con le proprie mani le stimmate del Cristo risorto, in quanto scettico sul miracolo. “Beati coloro che crederanno pur non avendo visto” dirà Gesù, eppure ai propri sensi; la vista tra tutti, viene data l’importanza maggiore secondo quando dirà Aristotele nelle prime pagine della “Metafisica”.
L’atto del vedere non è capace di spiegare da solo la realtà del mondo, ma sicuramente è un prezioso accesso nei confronti di ciò che la superficie cela.
Il giovane Tomek (Olaf Lubaszenko) è un incel di 19 anni, totalmente a digiuno dell’amore. Trova appagamento dalle sue voglie, spiando le finestre dell’appartamento situato al lato opposto del condominio, in cui vive Magda (Grazyna Szapolowska); una donna matura e di forte sensualità, che conduce una vita sessuale libertina.
La versione cinematografica da 82 minuti, “Decalogo 6 - Non Desiderare la Donna d’Altri” (1988) di Krytzstof Kieslowski, la cui traduzione italiana distorce il titolo originale “Non Commettere Atti Impuri” riferito al sesto comandamento, nel doppio sguardo Tomek/Magda, costruisce una narrazione bifocale.
Per circa metà film, il soggetto osservante (Tomek), attrae su di sé il punto di vista dello svolgimento della storia, mentre Magda è solo un oggetto dello sguardo o al più di brevi interazioni, dipendenti sempre dallo sguardo e le azioni compiute dal giovane. Il riferimento più lampante è “La Finestra Sul Cortile” di Alfred Hitchcock (1954), ma de-privato di qualsiasi componente di exploitation voyeuristica di genere, come altri epigoni sorti sulla scia, tra tutti il depalmiano “Omicidio a Luci Rosse” (1984). L’occhio di Tomek dal cannocchiale - che sostituisce il binocolo a inizio film -, scruta con maggiore focalità sull’esistenza della donna, disvelandone la solitudine, la tristezza e la sofferenza, celata dietro la sua promiscuità sessuale. Magda usa il sesso come godimento, per trarre evasione da una vita insoddisfacente.
Si elimina ogni deriva verso un compiacimento edonistico, tramite il distoglimento dello sguardo di Tomek dal cannocchiale, quando vede l’atto sessuale compiersi.

 

Grazyna Szapolowska, Olaf Lubaszenko

Decalogo 6 (1989): Grazyna Szapolowska, Olaf Lubaszenko


Tomek è un incel innamoratasi della sua vicina, idealizzandola in una iper-romanticizzazione, capace di proiettarlo verso un amore puro, che solo lui si ritiene in grado di donare alla donna.

Il ragazzo simboleggia l’idea di sottomissione del corpo al potere dello spirito. Magda incarna il percorso inverso.
Kieslowski non compie una scelta tra i due opposti seguendo l’impostazione narrativa, quanto semmai tramite lo sguardo. La componente sesso seppur non squalificata, viene comunque subordinata al sentimento.
Una visione eccessivamente morale sul concetto di impurità, attinebte ad entrambi i personaggi, ma fatto pesare maggiormente sul piacere esibito della donna. Bisogna scottarsi nel confronto tra Magda e Tomek, con il tentativo della donna di umiliare il giovane, riuscendovi, per una brutale presa di coscienza che passa dalla poesia dello spirito alla realtà di carne e sangue. “Ecco, è tutto qui l’amore”, afferma freddamente Magda dopo aver degradato il sentimento al livello di atto, mediante d'eiaculazione.

Il giovane incel si vede così umiliato nell’idea di amore, per la quale si era consumato giorni e notti intere nell’interno della propria camera, spiando un altro interno.
La gentilezza tipica della visione “Blue Pill”, suggerita da parte della madre dell’amico di Tomek, come chiave per conquistare una donna, viene bruciata al contatto con la realtà disincantata delle relazioni, in cui la donna domina nettamente sul maschio, sfruttando la sessualità come “arma” di autoaffermazione.
Non è un caso che inizialmente Magda seppur sia a conoscenza di venir spiata, scelga di “giocare” con tale situazione, sfruttando uno dei suoi numerosi amanti, per farla pagare a Tomek.
La solitudine sentimentale al cinema che prima degli anni 70’, vedeva come protagonista il femminile, ha conosciuto un ribaltamento netto, in cui sempre più maschi si vedono di fatto esclusi dall’amore per via di carenze fisiche o un carattere schivo, sensibile o introverso, come nel caso di Tomek.
Eppure nel segmento conclusivo, dove i rapporti tra osservante e osservata s’invertono, il cinismo di Magda sfuma in un cambio di posizione nei confronti della visione dell’amore propugnata dal ragazzo. I punti di vista combaciano nella fusione di sguardi impossibilitati a compenetrarsi fisicamente. Tramite il rimpianto di un Cristo (Tomek), unico e solo tra tutti, capace di comprendere grazie al suo sguardo oltre la superficie, il dolore autentico di Maria “Magdalena” (Magda), sottostante alla condotta sessuale libertina.
Ogni risoluzione o consolazione finale viene però relegata solo a ciò che poteva essere, ma non è stato e mai lo sarà.
Essere e sentirsi soli senza una fine.  

 

Olaf Lubaszenko

Decalogo 6 (1989): Olaf Lubaszenko

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