Regia di Rob Minkoff vedi scheda film
Due bande si trovano contemporaneamente a rapinare la stessa banca, anche se con obiettivi diversi. Tra gli ostaggi c'è anche una specie di Rain Man (Dempsey) che ci sa fare con numeri e logica e ha una lingua saettante. Ma tra gli stessi ostaggi, la coppia di rapinatori maldestri e quelli supertecnologici si nasconde un burattinaio occulto che riuscirà a trasformare la situazione in una lotta di tutti contro tutti.
Già in cabina di regia per il pessimo Stuart Little, Rob Minkoff ci propina un thriller verbosissimo, nel quale pigia forte sul pedale del demenziale, riuscendo nella difficile impresa di non far ridere neppure una volta e di far sembrare questa operina da 85 minuti più interminabile di un film di Béla Tarr. E dire che l'idea di base - due rapine simultanee, due stili criminali agli antipodi - avrebbe potuto funzionare: bastava dosare meglio ironia e tensione, invece di affogarle in una verbosità che nemmeno un seminario di logica aristotelica. Il film vorrebbe essere un heist movie brillante e autoriflessivo, ma finisce come un pasticciatissimo cocktail di generi: gli ingredienti ci sono, ma le proporzioni sono disastrose. Tra hacker supertecnologici e rapinatori da sagra paesana, il caos regna sovrano mentre Dempsey tenta di dare un senso a una trama che si attorciglia su sé stessa. La confezione è lucida, le battute scadenti e il ritmo isterico nasconde un vuoto narrativo che neppure l'onnipresente colonna sonora riesce a colmare. Alla fine, più che un colpo in banca, Le regole della truffa sembra una truffa al buon gusto dello spettatore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta