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M, il mostro di Düsseldorf

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su M, il mostro di Düsseldorf

di Carlo75
10 stelle

Un serial killer terrorizza la cittadina di Dusseldorf, ma la polizia è ostacolata dalle attività della malavita. I criminali organizzano la loro caccia al mostro, e alla fine, il mostro viene catturato e portato a un processo illegale prima che la polizia intervenga per arrestare tutti. Capolavoro di Fritz Lang, al suo primo lungometraggio, ambientato in una Germania pre-nazista, che esplora le ambiguità morali del tempo e critica il disagio sociale ed economico, presagendo la violenza e la brutalità che sarebbero scoppiate con il nazismo. Il film riflette la disillusione e la disorganizzazione della Germania degli anni '30, un periodo di profonda crisi che fece da preludio al nazismo. Lang evidenzia la difficile distinzione tra giustizia istituzionale e giustizia privata, la normalità e il crimine, dimostrando che detro ogni uomo c'è un potenziale assassino. La folla che dà la caccia al serial killer è dipinta con terrificante ferocia, mettendo in luce la potenziale mostruosità latente nella società. La scena finale, in cui la polizia salva il killer da un linciaggio da parte dei criminali, rappresenta un rovesciamento delle regole e la crisi delle istituzioni. L'uso del suono è stato molto importante e innovativo, in particolare il motivo del "Peer Gynt" che diventa un elemento distintivo per l'identificazione dell'assassino. Invece di concentrarsi solo sulla caccia alla polizia, Lang introduce l'idea che anche i criminali possono organizzare una propria caccia all'uomo, creando una narrazione molto innovativa. Peter Lorre è stato straordinario nella sua interpretazione del killer, dando vita a un personaggio complesso e indimenticabile. La regia di Lang è magistrale, e combina il giallo e l'elemento sociale in un'opera unica e potente. 

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