Regia di Robert Moore vedi scheda film
Un’ironica celebrazione del giallo, che diverte e prende in giro i suoi detective.
Invito a cena con delitto (1976): locandina
Invito a cena con delitto (1976) non è un giallo classico, ma una sua demolizione giocosa, resa ancora più irresistibile da un cast stellare che comprende Peter Sellers, David Niven, Peter Falk e Elsa Lanchester. Robert Moore prende la struttura del “whodunit” e la trasforma in una farsa che ride dei grandi detective della letteratura e del cinema, smontando ogni certezza e mettendo il pubblico davanti all’assurdità delle regole del genere.
Il miliardario Lionel Twain (Truman Capote) convoca nella sua villa isolata cinque investigatori famosi, ciascuno con un accompagnatore: chi un partner, chi un assistente, chi un familiare. L’invito non è una semplice cena, ma una sfida: quella notte, annuncia Twain, avverrà un delitto, e solo chi riuscirà a risolverlo potrà davvero definirsi il miglior detective del mondo. Tra un maggiordomo cieco, una cuoca sordomuta e una casa già di per sé ingannevole, l’atmosfera si fa surreale, trasformando l’incontro in un enigma imprevedibile.
Moore gira tutto come fosse un teatro chiuso, una camera unica dove le entrate e le uscite diventano parte della farsa. La villa è un giocattolo gotico, pieno di porte che si aprono su sorprese, oggetti eccentrici e trabocchetti degni di un parco a tema. Il ritmo è quello della commedia brillante, con tempi serrati e dialoghi che si rincorrono fino a sfiorare il nonsense. Neil Simon, autore dei testi, smonta i cliché del giallo con battute taglienti e colpi di scena paradossali. La scrittura ribalta continuamente le aspettative e dimostra che la verità è irrilevante: quello che conta è il gioco. È una parodia affettuosa ma spietata, che prende di mira i tic degli investigatori letterari e il gusto del pubblico per i finali a sorpresa.
Il film costruisce la sua satira attorno a un cast che enfatizza ogni tratto dei detective più celebri. Peter Sellers interpreta Sidney Wang, chiaro omaggio a Charlie Chan: l’accento marcato, le massime esasperate e i gesti teatrali lo rendono grottesco ma riconoscibile, e la presenza del figlio adottivo Willie Wang (Richard Narita) amplifica le eccentricità del padre. David Niven e Maggie Smith sono Dick e Dora Charleston, parodia di Nick e Nora Charles: eleganti, sofisticati e complici tra loro, con il terrier “Myron” a fare il verso al celebre cane Asta.
James Coco è Milo Perrier, versione farsesca di Hercule Poirot: vanitoso e ossessionato dai dettagli, comico soprattutto nelle interazioni con l’autista Marcel Cassette (James Cromwell), al suo esordio sul grande schermo, con cui litiga e ride come una coppia improbabile. Peter Falk interpreta Sam Diamante, parodia di Sam Spade: duro e sarcastico, accompagnato dalla segretaria Tess Skeffington (Eileen Brennan), che lo tiene a bada con ironia.
Elsa Lanchester è Jessica Marbles, caricatura di Miss Marple: eccentrica e acuta, affiancata dall’infermiera Miss Withers (Estelle Winwood), creando un duo che ribalta il modello classico del detective anziano con comicità. Truman Capote è Lionel Twain, padrone di casa teatrale ed eccentrico; Alec Guinness interpreta il maggiordomo cieco Jamesir Bensonmum e Nancy Walker la cuoca sordomuta Yetta, entrambi con ruoli che uniscono mistero e humor. Fay Wray presta la voce non accreditata per l’urlo del campanello all’inizio del film, omaggio a King Kong (1933).
Ogni personaggio porta sullo schermo la deformazione di un mito del giallo, mostrando come il film non voglia solo divertire, ma anche prendere in giro con precisione le eccentricità e i tic dei detective più iconici della letteratura e del cinema.
Il titolo originale, Murder by Death, è un gioco di parole intraducibile che ironizza sul concetto di delitto, già suggerendo fin dal titolo l’approccio farsesco del film. La trama prende spunto dal celebre romanzo Dieci piccoli indiani (1945) di Agatha Christie, caposaldo del giallo classico, ma lo stravolge completamente in chiave comica: l’ambientazione isolata, i personaggi chiusi in una casa e l’enigma centrale richiamano l’opera originale, ma ogni elemento viene esasperato fino a diventare grottesco.
Invito a cena con delitto è un cabaret del mistero: gioca con il giallo per ridicolizzarlo, mettendo in luce la fragilità dei grandi investigatori. Non cerca risposte, ma smonta le regole trasformando il genere in farsa. Una parodia intelligente e ancora oggi un piccolo gioiello per chi ama il giallo e sa riderne.
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