Regia di Don Siegel vedi scheda film
Un vero e proprio pilastro del Cinema sci-fi.
Il film fu interpretato in vari modi: principalmente fu letto come una metafora anti-comunista, in linea col clima di ansia della guerra fredda.
Secondo me, invece, più che una metafora politica è una analisi psiclogica, e va ad indagare sul complesso problema costituito dal rapporto Libertà/ordine: è meglio vivere in una società ordinata e sicura ma senza emozioni oppure in una società imperfetta ma con la libertà di vivere le proprie esistenze in profondità? Il protagonista si trova dunque a combattere con tutte le sue forze contro questa trasformazione in macchina, ma rischia di trovarsi isolato rispetto al resto della società, finendo quasi per essere considerato un folle.
Sul lato tecnico, direi che la qualità è evidente: dalla regia, alla fotografia, al meraviglioso b/n, arrivando alla buona recitazione del cast, tutto contribuisce all'ottimo risultato.
Unico difetto è il finale "consolatorio", in cui una telefonata conferma la storia del protagonista, ma se non sbaglio questo finale è stato imposto dalla produzione (una osa davvero odiosa, secondo me!).
Un film che ha lasciato profondamente il segno nella Storie del Cinema, e quindi un film da vedere assolutamente.
Voto: 9.
Il finale (imposto probabilmente dalla produzione): secondo me se la veridicità della storia raccontata dal protagonista non fosse stata confermata, il risultato sarebbe stato migliore, perché da un lato avrebbe lasciato aperta la possibilità che tutto non fosse altro che una invenzione del protagonista, e dall'altro avrebbe conferito all'opera un valore pessimista e un tono cupo.
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