Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
CICLO - IL CINEMA DELLA SOLITUDINE SENTIMENTALE - INCEL, FEMCEL ED ALTRI SOFFERENTI PER AMORE
1# L'EREDITIERA DI WILLIAM WYLER (1949): LA PRIMA FEMCEL //www.filmtv.it/film/15910/l-ereditiera/recensioni/938289/
2# NESSUNO MI SALVERA' DI EDWARD DMYTRYK (1952): LA SALUTE MENTALE NEGATA //www.filmtv.it/film/31968/nessuno-mi-salvera/recensioni/1050847/#rfr:user-96297
3# MARTY - VITA DI UN TIMIDO DI DILBERT MANN (1955): L'ORIGINE DELL'INCEL E DELLA FEMCEL //www.filmtv.it/film/4184/marty-vita-di-un-timido/recensioni/1051519/#rfr:user-96297
4# TEMPO D'ESTATE DI DAVID LEAN (1955): L'AMORE AI TEMPI DELLA GARDENIA //www.filmtv.it/film/7045/tempo-d-estate/recensioni/931643/#rfr:user-96297
5# CALLE MAYOR DI JUAN ANTONIO BARDEM (1956): UN MASCHILE MESCHINO/UN FEMMINILE RASSEGNATO //www.filmtv.it/film/32496/calle-mayor/recensioni/1052131/#rfr:user-96297
6# LA PRIMA VOLTA DI JENNIFER DI PAUL NEWMAN (1968): EMANCIPAZIONE DAL PICCOLO MONDO DELLA PROVINCIA //www.filmtv.it/film/5485/la-prima-volta-di-jennifer/recensioni/1052562/#rfr:user-96297
7# TAXI DRIVER DI MARTIN SCORSESE (1976): ESSERE CONTRO //www.filmtv.it/film/7025/taxi-driver/recensioni/1015343/#rfr:user-96297
8# L'INSOLITO CASO DI MR. HIRE DI PATRICE LECONTE (1987): L'IMMAGINE DELLA PERFEZIONE FEMMINILE INAFFERRABILE
"ll timido Monsieur Hire, scapolo di professione sarto, malvisto da tutti per la sua misantropia, ha l'abitudine di spiare dalla finestra una sua vicina di casa, Alice, la quale ha una relazione con un teppista. Hire finisce per innamorarsi di lei perdutamente. Quando una ragazza verrà assassinata dal teppista, per tutti Monsieur Hire sarà il sospettato ideale"
Secondo la mentalità “incel” l’età dei 25 anni rappresenta il “The Wall”. Una barriera insormontabile, per chi in precedenza, non sia riuscito ad avere dei rapporti sentimentali con le donne. Questo lo condannerà in perpetuo ad una vita relazionale inesistente, solitaria e infelice.
Mousieur Hire (Michel Blanc), da circa una decina di anni ha superato tale confine, conducendo un’esistenza fatta di solitudine, tra casa e negozio in cui svolge la professione di sarto. Guardato con fastidio dai condomini quanto al tempo stesso oggetto di fastidosi scherzi da parte dei bambini del condominio, Hire di fatto è un emarginato, con chiari problemi relazionali, aggravati dall’ostilità del vicinato nei suoi confronti. La società lo giudica male, a causa di barriere mentali preconcette. Diventa addirittura il principale sospettato dell’omicidio di una giovane donna di 22 anni, per via del solo fatto di condurre un’esistenza appartata, che ne ha peggiorato il carattere aspro e scontroso nei confronti altrui. L’ispettore di polizia (Andrè Wilms), lo segue con ossessione, nella speranza di costringerlo a confessare il delitto.
Non cerca altri indiziati. L’ asocialità dell’uomo, basta e avanza per farne il colpevole perfetto. Il singolo indizio è divenuto di fatto un giudizio infamante emesso sulla persona.
Hire racchiude su di sé vari connotati di una condizione “incel” ante-litteram. Rapporti umani inesistenti a parte, l'uomo coltiva passioni strane come l'allevamento di topi bianchi, risulta essere un fenomenale giocatore di bowling - unico ambito della vita in cui sembra ricevere ammirazione invece che respingimenti - e instancabile osservatore delle esistenze altrui.
Il regista Patrice Leconte traspone la seconda volta sul grande schermo il romanzo di George Simenon, dopo l’adattamento degli anni 40’ di Julien Duvivier. La componente sociologica viene accantonata a favore di una costruzione cinematografica dello sguardo e dello scandaglio psicologico della sofferenza umana cagionata da una solitudine infinita.
Il modello non può che riportare alla mente “La Finestra sul Cortile” di Alfred Hitchock (1954), ma in questo “L’Insolito Caso di Mr. Hire” (1987), la componente voyeuristica tipica del cineasta inglese, viene de-privata della componente giallistica - presente nel romanzo di Simenon - a favore di un lavoro sull’individuo.
Aristotele nella sua opera la “Politica”, si scagliava contro i solitari perché tale esistenza finisce con il tirare fuori la componente psicologica peggiore dell’essere umano, ovvero la bestia. Feroce nell’indole e propensa a comportamenti anti-sociali, tale propensione conduce alla lunga l’uomo a precludere la costituzione del nucleo primigenio alla base di ogni società; la famiglia.
L'insolito caso di Mr. Hire (1989): Michel Blanc, Sandrine Bonnaire
Leconte fa propria la tesi del filosofo greco sia dal punto di vista sociale tramite il “giallo” in quanto il sarto è vittima di pregiudizi ideologici contro i solitari, sia prettamente umani, perché tale esistenza è fonte di gravi conseguenze per il funzionamento fisiologico del corpo umano.
Hire cerca di lenire la propria sofferenza, tramite continui sguardi ossessivi, che hanno come soggetto Alice (Sandrine Bonnaire), una donna fidanzata con l’inaffidabile Emilie (Luc Thuiller).
Tutto viene osservato dall’uomo : dai momenti di intimità della coppia, alle semplici faccende domestiche sino a ciò che non si sarebbe dovuto vedere; ovvero l’impermeabile sporco di sangue di Emilie. La prova decisiva assieme alla borsetta della donna uccisa ad inizio film, in grado di provare in modo schiacciante la colpevolezza dell’uomo.
Il giallo sfuma sempre di più, tanto da lasciare la risoluzione di esso alle parole rivolte da Hire verso metà film, nei confronti di Alice.
Leconte lavora di elisioni di montaggio. Tecnica in grado di conferire un’asciuttezza narrativa, a favore del micro-dettaglio delle inquadrature.
Il puzzle rivela una figura malinconica, le cui espressioni fredde e laconiche di Michel Blanc, disvelano in un’interiorità lacerata dalla mancanza di intimità con l’altro sesso – cosa rinfacciata a mo di sfottò dall’ispettore di polizia -.
Esce fuori un ritratto maschile inedito. Hire per appagare la propria esistenza solitaria squallida, di tanto in tanto frequenta delle prostitute in una sauna. Non potrebbe fare altrimenti, essendo secondo il sistema della “Redpill” carente di “Look” (ha una grave forma di calvizie, statura bassa e corporatura esile), nei “Money” (nonostante l’eleganza del vestiario, non ha un appartamento appariscente) e “Status” (viene considerato sgradevole da tutto il vicinato, mentre il successo nel bowling non ha alcuna ripercussione nella sua vita).
Questo andare a prostitute non lo appaga più interiormente. Anzi è divenuta una routine sensoriale senza alcuna componente affettiva. La frustrazione aumenta, con scatti di rabbia contro una di queste donne al grido “siete solo dei buchi”.
L'insolito caso di Mr. Hire (1989): Sandrine Bonnaire
Leconte nel pieno degli anni 80’, in cui il cinema era invaso da una filmografia machista atta ad esaltare fisici scultorei, muscoli pompati e una virilità esibita, decostruisce l’archetipo del maschio.
L’essere maschile viene quasi sempre associato ad una sessualità carnale, come se fosse privo di sentimenti ed emotività, che al cinema sono esclusivamente declinate al femminile. La componente dell’atto sesso predomina sempre in un immaginario, incapace di vedere l'uomo al di là di malsani stereotipi. L’archetto di violino di Nyman, rivisita con efficacia il quartetto op 25 di Brahms, accarezzando con struggenti note il mondo interiore di Hire e Alice, in una connessione uditiva, atta a far risaltare le sfuggenti, ma sensibili, psicologie dei due protagonisti.
Il giallo soccombe agli ermetici sentimenti. Tra tutti, l’amore enunciato con una forte presa emotiva da parte di un maschio, capace di assume su di sé una nuova forma originale al cinema, andando oltre ogni facile schematismo. Una speranza a lungo cercata nel corso della propria esistenza - Alice al momento della dichiarazione indossa un cappotto verde, che occulta il rosso predominante a lei associato sino a quel momento -.
La donna assume tratti di angeliche sembianze. Quel “muro” riflesso di continuo alla finestra dell’appartamento di Hire, forse potrà finalmente venire abbattuto.
Lo sguardo verso l’irraggiungibile è sempre stata la sua arma, per istaurare un coinvolgimento mentale de-privato di ogni corporeità a causa di una fisicità scadente.
Ma come ogni "incel", Hire a causa dell'inesperienza con il femminile, finisce con il rivestire Alice di una componente iper-romantica del tutto estranea ad una donna, immersa in un universo di inganni e bugie. Il suo fidanzato Emilie non le darà mai quella stabilità familiare cercata, tanto meno quel sentimento profondo da lei cercato. Ma il compagno è un “chad” di bell’aspetto fisico, tanto basta per sopportarne e perdonarne tutte le meschinità sentimentali. Infondo Alice come dice, può amare per due, anche in assenza di ogni enunciato da parte del partner.
Quell’immagine di perfezione anelata da Hire, risulterà sfuggente tanto quanto i tratti fisici appena accennati di una Sandrine Bonnaire, che da “Eva” diventa una deviata dark lady ai margini. Una salvezza impossibile da raggiungere, ma dalla quale è impossibile farne a meno. Hire conclude il proprio percorso all’insegna dell’essere e sentirsi solo, raccogliendo con un ultimo sguardo ossessivo quell’immagine di perfezione immaginata (tipica del cinema), del tutto avulsa dalla realtà empirica.
Sentimento e fisicità diventano due endiadi destinate mai ad incontrarsi.
L'insolito caso di Mr. Hire (1989): Sandrine Bonnaire, Luc Thuillier
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