Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Ultimo film di Bergman, "Sarabanda" è un seguito di "Scene da un matrimonio", girato anch'esso per la televisione svedese: la scrittura non è più quella dei grandi capolavori girati per lo schermo, ma, collocato nella sua dimensione più appropriata, il film si rivela ugualmente opera di spicco. Oltre al rapporto fra i due ex-coniugi, ormai anziani, si analizza un tormentato rapporto quasi incestuoso fra il figlio di primo letto di Johan e la sua unica figlia, entrambi musicisti. Molti hanno parlato di un ennesimo compendio bergmaniano, con richiami ai temi delle opere più importanti, svolti in maniera assai essenziale, quasi depurata da ogni eccesso drammaturgico. E' un commiato pudico e intenso al cinema da parte di uno dei suoi più grandi maestri: da vedere per tutti, non solo per gli appassionati di Bergman. I suoi due attori-feticcio, Liv Ullmann e Erland Josephson, dopo tanti anni sono ancora al meglio del loro talento, ma Bergman ha saputo dare il giusto spazio anche agli altri due interpreti, Borje Ahlstedt e Julia Dufvenius, sconosciuti in Italia, che se la cavano ugualmente molto bene. Sì tratta di un'opera cupa, non riconciliata, all'insegna di un pessimismo ancora più radicale rispetto a "Scene da un matrimonio", la cui messa in scena può apparire in qualche modo minimalista rispetto ai grandi capolavori degli anni 50, a tratti inevitabilmente un po' verbosa data la destinazione televisiva, ma di una lucidità e di una disperazione che lasciano il segno.
Voto 8/10
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