Trama
Katya ha otto anni e trascorre l’estate con i nonni nella campagna russa. Attorno a lei, il tempo sembra fermarsi: giornate lente, cieli attraversati da nuvole, silenzi che riempiono le stanze. Ma dietro la quiete domestica, il mondo si incrina: gli adulti tacciono, la televisione porta notizie di guerra, e sullo sfondo un conflitto lontano ma devastante segna la vita di molti. In questo spazio sospeso, Katya cresce, osserva, custodisce i frammenti di un’infanzia segnata dall’assenza di parole e dal peso delle paure non dette.
Per Nastia Korkia, Short Summer è un tentativo di raccontare come la guerra e la violenza si insinuino nella quotidianità non tanto attraverso grandi eventi, ma attraverso dettagli minimi: discorsi a bassa voce, notizie frammentarie, presenze invisibili ma costanti.
Come afferma la regista: «Era importante per me preservare la fragile memoria dell’infanzia, fatta di luci e ombre. Non volevo moralizzare, ma riflettere sulla negazione, sull’impotenza e sul coraggio silenzioso che ci vuole per affrontare la realtà. Questo film è come una capsula del tempo, che conserva la bellezza delicata di un’epoca perduta e si interroga su come una società possa dimenticare e allontanarsi dai problemi».
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