Trama
Un viaggio radicale attraverso la memoria visiva dell’Olocausto, costruito interamente con estratti da film e serie televisive realizzate tra il 1938 e oggi. Holofiction raccoglie e rielabora più di tremila opere, smontando i motivi visivi e gli schemi narrativi che hanno codificato l’immaginario della Shoah nel cinema e nella televisione. Ispirandosi al pensiero di Claude Lanzmann, che vedeva la rappresentazione visiva del trauma come una trasgressione, Michal Kosakowski interroga le possibilità e i limiti della finzione, invitando lo spettatore a riflettere sulle implicazioni etiche e politiche di ogni immagine.
Più che una cronologia, il film è un saggio visivo che mostra come la cultura popolare abbia assimilato, distorto e riprodotto la memoria di una tragedia senza precedenti. L’assenza di dialoghi rafforza l’esperienza immersiva e critica, spingendo lo spettatore a leggere i dettagli, a riconoscere le ripetizioni, a percepire la persistenza di certe estetiche.
Holofiction diventa così un monito e un invito, soprattutto per le nuove generazioni: con la scomparsa dei testimoni oculari, restano le immagini, e spetta a noi interrogarle, capirne il peso e la responsabilità. Parte del progetto Dark Tourism, il film amplia la riflessione sulla memoria storica e sul suo legame con l’immaginario collettivo contemporaneo.
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