Trama
Presentato fuori concorso a Cannes 2025, il film L’Homme qui a vu l’Homme qui a vu l’Ours racconta la storia di Grégoire e Michel, due uomini che non hanno la stessa età ma che sono uniti da un’amicizia fuori dal tempo, dall’amore per la natura e da una tenera complicità con un orso fuggito da un circo. Attorno a questa strana alleanza tra un anziano signore, un ragazzo e un gigantesco plantigrado si sviluppa l’ultimo film di Pierre Richard, L’Homme qui a vu l’Homme qui a vu l’Ours, una favola delicata e fantasiosa che segna il ritorno dietro la macchina da presa del leggendario attore comico francese.
Conosciuto per i suoi ruoli iconici ne Il grande biondo con una scarpa nera (1972), La capra (1981) o La senape mi sale al naso (1974), Pierre Richard torna alla regia dopo più di trent’anni. Per decenni, è stato il volto della comicità francese, ma la sua carriera di cineasta resta meno esplorata, pur essendo animata da uno sguardo personale e poetico sulla società.
Girato nei dintorni di Gruissan, in Occitania, doveva Richard vive da tempo, il film L’Homme qui a vu l’Homme qui a vu l’Ours racconta l’incontro tra Grégoire, interpretato dallo stesso Richard, e Michel, un ragazzo di 19 anni interpretato da Timi-Joy Marbot (Sous la Seine, Grâce à Dieu). I due si ritrovano accomunati dal legame con Shadow, un orso di 800 chili, personaggio centrale del film e metafora vivente di una libertà inafferrabile.
Tra natura selvaggia e relazioni intergenerazionali, il film L’Homme qui a vu l’Homme qui a vu l’Ours è un racconto dolce e surreale sull’empatia, sull’infanzia che sopravvive alla vecchiaia, sull’importanza di vedere l’altro, anche nelle sue forme più insolite. Pierre Richard, con la sua inconfondibile sensibilità, firma un’opera tenera e contemplativa, che invita a guardare il mondo con occhi incantati.
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