Regia di Guillaume Pierret vedi scheda film
Avete visto i due episodi precedenti? No? E allora, peste vi colga! Perché non ci capirete molto in questo prodotto targato Netflix, tutto muscoli, sparatorie, inseguimenti, effetti speciali e una trama scritta sotto l'effetto del peyote e con il piede sinistro. C'è un tizio che deve testimoniare contro un capo della polizia corrotto. Ma ce n'è anche un altro che, a un certo punto del film, compare dal nulla durante uno scambio di prigionieri che va storto come un mobile IKEA montato senza istruzioni. Nel mezzo, un prologo tedesco con ex-poliziotti latitanti che spacciano droga e boss iberici che trattano come in un summit del G20, solo con più mitra. E poi arriva lui, il nostro eroe Lino (Lenoir), che ha la stessa voglia di vivere di un lunedì mattina, ma corre, mena, frena, sgomma, rimbalza, salta, rotola e pesta tutto ciò che gli capita a tiro. Il tutto, tra Francia, Spagna e Germania, come un Interrail in acido. L'apice? Una scazzottata a tre sul tram, roba da far impallidire Matrix. Un balletto coreografato di pugni, calci e coltellate tra un tipo sfregiato, uno vendicativo e un altro che pare uscito da una pubblicità di deodoranti per uomini "veri". Insomma, il film lo fanno gli stuntmen e quelli della computer grafica, che probabilmente ora sono in burnout. Il resto scordatevelo, dagli attori alla sceneggiatura: qui si recita con le ruote e coi bicipiti. Molto al di sotto del primo episodio, Proiettile vagante 3 è un action che si prende maledettamente sul serio, pur essendo l'equivalente cinematografico di una corsa coi carrelli nel parcheggio del supermercato. Ma almeno dura meno di un congresso di partito.
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