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La trama fenicia

Regia di Wes Anderson vedi scheda film

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La recensione su La trama fenicia

di imperiormax89
8 stelle

Un on the road con un viaggio d'affari in decostruzione in contemporanea ad un viaggio umano in costruzione.

LA TRAMA FENICIA.

 

Dopo un fugace Henry Sugar su Netflix Wes Anderson ritorna in sala con una commedia dai toni grotteschi, rocamboleschi e divertiti, ma fino ad un certo punto.

 

Il magnate miliardario Anatole “Zsa-zsa” Korda, durante un volo in alta quota, sopravvive al sesto incidente aereo della sua vita. Arrivato alla conclusione e al forte sospetto di essere vittima di un complotto da parte di spie internazionali e da vecchie faide familiari decide di compiere un viaggio d’affari, ma soprattutto per portare con sé sua figlia Liesl prossima a prendere i voti da suora con la quale vuole riallacciare i rapporti e per fare luce sull’assassinio della madre. Con loro ad aiutarli l’eccentrico e curioso Bjorn Lund.

Benicio Del Toro

La trama fenicia (2025): Benicio Del Toro

 

Già dal titolo e vedendo il film si può intuire più di un significato: 1) una storia appunto ambientata nel medio oriente tra scenografie desertiche, oasi e giungle, palazzi lussuosi e linee ferroviarie sotterranee. 2) Una serie di intrighi, macchinazioni, raggiri e traffici in salsa ottomanica. 3) Il filo trasversale del tappeto dove sono posizionate sopra le scatole con gli obiettivi del viaggio e che costituisce la struttura base del film.

Benicio Del Toro, Mia Threapleton, Michael Cera

La trama fenicia (2025): Benicio Del Toro, Mia Threapleton, Michael Cera

 

Da lì si raccontano minuziosamente i personaggi: uno Zsa-zsa che, dopo una vita fatta di viaggi d’affari, sotterfugi, matrimoni e relazioni saltuarie, un’infanzia non proprio rosea e una curiosa fortuna sfacciata che lo vede sempre sopravvivere alla morte, capisce di dover cambiare riparando a torti e questioni in sospeso. Una Liesl vissuta senza una figura paterna e solo da una madre che l’ha subito indirizzata ad una vita ecclesiastica dove, nonostante una forte fede, qualche volta ne discute le retoriche dogmatiche tra amore divino e amore carnale ed è messa a dura prova coi trascorsi col padre Zsa-zsa. Poi il buon Bjorn Lund che fa praticamente da mediatore oltre che tuttofare di Zsa-zsa e “amico” di Liesl, ma che nasconde diversi talenti che tirerà fuori all’occorrenza. Per non parlare degli altri personaggi secondari, da quelli legati a Zsa-zsa per convenienza a quelli che vorrebbero da lui un gesto di onestà o addirittura la vita. Senza contare i molti intrighi, gli intrecci, le coincidenze, i viaggi onirici mistici in fase di premorte, molte altre situazioni divertenti, rocambolesche e addirittura sulla carta “violente”.

Il tutto per un on the road che decostruisce giorno dopo un giorno un uomo d’affari affamato di soldi e potere e al tempo stesso costruisce un uomo semplice affamato di sogni e di affetti. Una sorta di Citizen Kane che però è arrivato alla meta molto prima di dire “Rosabella”.

Willem Dafoe

La trama fenicia (2025): Willem Dafoe

 

Il tutto unito dalla solita regia di Wes Anderson, curata nella fotografia, nelle scenografie, nei costumi e nelle inquadrature simmetriche, a volte fisse e a volte lente, un cast che recita dalla pacatezza all’agitazione più totale che vedono degli splendidi Benicio Del Toro, Mia Threapleton, Michael Cera, Tom Hanks, Jeffrey Wrigth, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Bill Murray e Willem Dafoe. Una durata per nulla eccessiva, un ritmo regolato da un buon montaggio e una messinscena che rende situazioni all’apparenza stressanti, cupe e “splatter” belle cartoonesche ed ironiche. Per non parlare della suddivisione in capitoli con didascalie che danno un punto chiaro alla storia.

Benicio Del Toro, Riz Ahmed, Michael Cera, Mia Threapleton

La trama fenicia (2025): Benicio Del Toro, Riz Ahmed, Michael Cera, Mia Threapleton

 

Certo, ogni tanto si sente il sentore di manierismo che sembra mangiarsi la sostanza, alcuni personaggi fungono troppo da contesto e che dopo due o tre scene non vengono più ripresi e a volte vengono zeppati troppi concetti laddove si potevano spalmare in modo più omogeneo.

 

Insomma, un buon film, più semplice e lineare rispetto agli ultimi tre di Anderson e che dà freschezza alla commedia particolare americana.

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