Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Cinema poco salubre ma molto eccitante.
Non posso dirlo. Non posso dire se il matrimonio tra la nicotina e la caffeina sia perfetto non avendo mai fumato non so cosa provano gli attori di questo film e quanto questo connubio incida nei loro importanti discorsi da caffè e sigarette. Si parla delle cose più varie si discute di tutto senza volere arrivare a nulla solo per il piacere di bere e di fumare. Il regista convoca tutti gli amici per costruire il suo mondo onirico e minimale dove basta poco per cominciare a raccontare il mondo seduti ad un tavolino. Il film è diviso in piccole scenette dove il bianco e nero dei tavolini a scacchiera fa il paio con il colore dell’opera , dove il caffè e sempre nero e abbondante. La commedia è quella umana amara ma sempre pronta ad essere addolcita dalle sostanze più diffuse al mondo e meno salutari che esistano, le quali non possono che drogare, eccitare i corpi e le menti accelerando i ragionamenti. Si parte con Benigni contento di andare dal dentista al posto di un altro nella sua solita euforia, per arrivare ai discorsi su Nicola Tesla e la sua genialità elettrica incompresa, senza dimenticare il mito di Elvis e la sua capacità di generare leggende. Nelle schegge del film si può anche ricostruire parentele lontanissime o fare finta di stimarsi reciprocamente come due grandi del rock contenti di non trovare dischi dell’altro nel juke-box o di fumare una sigaretta dopo avere smesso. La differenza nel cinema è sempre il come racconti di un cameriere che prova a guastare la serenità di una cliente in tutti i sensi, oppure la semplicità dei due operai in pausa caffè che sognano di bere altro e altrove, oppure quando decide che non succeda nulla o si autocita. Opera leggera ma consapevole della libertà del momento del fatto che il caffè sarà sempre abbondante e la paglia sempre accesa e il mondo fuori potrà fare quello che vuole senza disturbare quel momento di piacere facile e concreto.
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