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L'attachement - La tenerezza

Regia di Carine Tardieu vedi scheda film

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La recensione su L'attachement - La tenerezza

di cantautoredelnulla
7 stelle

Con leggerezza, tenerezza e lieve distacco Carine Tardieu dirige una pellicola che ci interroga sulla natura dell'amore e dell'attaccamento emotivo. Bruni Tedeschi in un ruolo che le calza a pennello è decisamente convincente

Una Valeria Bruni Tedeschi eccezionale sostiene con grande delicatezza e il giusto distacco questa pellicola.

Sandra, il personaggio che interpreta, si trova per caso a tenere in casa Elliot, il figlio dei vicini, mentre i suoi genitori si recano all'ospedale per la nascita della sua sorellina. La relazione tra Sandra e Elliot diventa il fulcro di una comunicazione profonda tra adulti e bambini. Elliot è chiaramente molto intelligente e investiga anche provocatoriamente l'anima della vicina. Nei loro discorsi schietti l'adulto protegge il bambino senza privarlo della verità e dell'essenzialità dell'essere umano. Sandra dirà a Elliot che la sua mamma è coraggiosa e forte perché si prende cura della sua vita oltre che della propria e che lei al contrario non vuole figli perché non si sente abbastanza forte.

Il colpo di scena arriva pressoché subito, Cecille, la mamma di Elliot, non ce la fa e la morte diventa l'occasione per costruire e ampliare lo spettro dell'animo umano che viene sondato profondamente.

La sceneggiatore regge bene per buona parte del film la complessità delle situazioni, gli attori convincenti presentano la difficoltà di amare, di elaborare e superare un lutto e l'essenzialità delle relazioni, quell'attaccamento che in italiano è stato tradotto come tenerezza che definisce irrimediabilmente il rapporto d'amore.

Cos'è l'amore? In questo film ce n'è una rappresentazione universale, un fil rouge che accomuna questo sentimento e che spinge a essere onesti con se stessi e gli altri per l'amore e il rispetto che lega gli esseri umani nelle relazioni interpersonali.

La regia si muove con sicurezza, mentre la fotografia regala primi piani che vanno al di là di uni sguardo e portano lo spettatore nel vivo delle situazioni.

Tuttavia la parte finale funziona meno perché le tante emozioni e i tanti sentimenti approfonditi si snodano in maniera forse un po' confusa. Resta una bambina che sceglie il suo modello di mamma naturalmente, quell'immagine che ci dice che essere madre, essere padre, vuole dire prendersi cura e aiutare a crescere e a realizzare un bambino in un adulto migliore di sé.

Per questo secondo me vale la pena guardare questo film, nonostante i difetti che vi si possano trovare, per ritagliarsi un paio d'ore di riflessioni e di domande su cui interrogarsi.

 

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