Regia di Ron Howard vedi scheda film
Primi anni '30 del XX Secolo. Nauseato dalla deriva della società del suo tempo, in condizioni di decadenza a causa del conflitto mondiale conclusosi da alcuni anni e della crisi economica, il medico tedesco Ritter, accompagnato dall'amante Dora, si ritira sull'isola di Floreana, arcipelago delle Galapagos, per vivere dei pochi rifornimenti consegnati dalle navi in transito e di ciò che riesce a strappare alla natura. Le sue esperienze ed il suo modello esistenziale - di cui egli scrive in un testo che spera essere illuminante per milioni di lettori - godono di una ricostruzione "favolistica" nella patria, tormentata da povertà ed instabilità politica, tanto da spingere altri a seguire il suo esempio. Giungono sull'isola il reduce di guerra Wittmer, con il figlio tisico Harry e la giovanissima seconda moglie Margret, incinta, intenzionati a seguire l'esempio di Ritter. Nonostante il medico e la compagna tentino di scoraggiarli, i Wittmer superano le difficoltà iniziali. Ma non può nascere armonia tra gli eclettici abitanti dell'isola; poco dopo, sbarca Eloise, sedicente nobildonna, con una corte di giovani uomini che ella sembra poter manovrare a piacimento. La donna vorrebbe costruire sull'isola una struttura ricettiva; le sue velleità non hanno futuro, essendo il gruppo incapace di sopportare i sacrifici connessi alla vita in luogo selvaggio. Al fine di ottenerne vantaggio, Eloisce sceglie di mettere i Ritter contro i Wittmer e viceversa. Ma il suo piano non ha successo, e la violenza si scatena, compromettendo senza possibilità di recupero il delicato equilibrio tra i gruppi. Traendo spunto da eventi reali, Ron Howard dirige un film, decisamente pessimista, sulla natura umana. In un territorio non particolarmente esteso e con risorse limitate, tre insiemi di persone, spinte da motivazioni diverse, scelgono di "ripartire da zero" e costruire un futuro del quale sono gli unici responsabili, essendo molto limitate le influenze altrui. Ciò, alla ricerca di una felicità del quale non hanno, per un motivo o per l'altro, goduto in passato. Inevitabilmente, ll "bagaglio di vita" che hanno recato, influenza il comportamento dei personaggi; le aspettive; i rapporti tra loro. Ritter aborre la mentalità borghese con annessi e connessi; giunge a cavarsi i denti per prevenire infezioni. Accoglie con disappunto i Wittmer, ma non esagera in scorrettezza. La famiglia Wittmer vuol vivere in serenità dei frutti del proprio lavoro. Essi sono stereotipo dei borghesi che ... non ce la fanno. Evitano la miseria in patria, trovano riscatto in Floreana. Eloise è il peggior prodotto della borghesia del suo tempo; una donna senz'arte ne' parte, usa le proprie scaltrezza ed arte nel sedurre per controllare le persone ed ottenere i propri, egoistici, scopi. Le va decisamente male; ma il seme della discordia, piantato nella minuscola comunità locale, sgretola i gruppi nel loro interno. E' la modesta, coraggiosa, all'occorenza furba Margret a tenere insieme il suo, mentre tra Dora e Ritter si aprono fratture insanabili. Cupidigia, egoismo, inganno, ambizione, violenza si diffondono tra la gente di Floreana. Per qualcuno, accecato dall'orgoglio, tormentato dalle ossessioni, inebriato di ambizione o, più semplicemente, inadeguato al vivere, non c'è salvezza; per chi unisce la determinazione allo spirito di sacrificio, ponendosi con positività verso i propropri simili e mirando ad un bene comune, la speranza non muore. Il cast è assai nutrito; Ritter, incapace di aderire fino in fondo ai dettami di una "religione" da egli stesso introdotta, è interpretato da Jude Law. Sua più fanatica seguace è la compagna Dora (Vanessa Kirby); la sua "ortodossia" è tanto radicale da non ammettere la minima devianza, pertanto la donna, minata nel fisico ed insoddisfatta, diviene nemica di Ritter. Daniel Bruhl è Heinz Wittmer, motivato, fisicamente prestante, ma non sempre in grado di prendere la decisione giusta. Cosa che riesce alla moglie Margret (Sydney Sweeney), la quale, compreso d'essere la prima responsabile per la sorte del figlioletto appena nato, si rivela in grado di superare ogni suo limite, proteggendo la famiglia, ora con la forza, ora con la costanza, ora con la scaltrezza. Eloise è interpretata da Ana De Armas. Pur temprata dagli eventi, la giovane non ha saputo far tesoro delle proprie esperienze di vita. Intrighi, dissolutezza, egoismo le sono costati reputazione e beni materiali in Europa; il voler replicare gli stessi schemi su Floreana, ha conseguenze peggiori. Il racconto è ambientato interamente sull'isola, non proprio un paradiso terrestre, ma non avara di risorse per chi è in grado di sfruttarle. Sia i Wittmer sia i Ritter allevano, coltivano, costruiscono un riparo confortevole. La prima parte del film è dedicata alla presentazione dei personaggi ed alla descrizione delle loro sistemazioni sull'isola; la seconda racconta di un regolamento di conti, l'inevitabilità del quale appare evidente sin dall'entrata in scena di Eloise ed i suoi compagni. Toni drammatici, colori spenti, presagi di tragedia imminente, alcune sequenze "forti" - il parto di Margret, gli scontri fisici - conferiscono al racconto un tono drammatico che pone in secondo piano l'aspetto avventuroso. Dall'epilogo, potremmo trarre la conclusione per la quale ... non ci si salva, da soli. Dei tre gruppi, sopravvive quello più motivato e coeso per motivi in primis di sangue; una vera famiglia. Non riescono gli opportunisti, assolutamente privi di ideali e mossi da istinti egoisti. Non riescono, altresì, i fanatici, gli individualisti, imbevuti di "hybris" ed incapaci di autocritica. Impossibile non trovare parallelismi con tipi e situazioni di qualunque momento storico. Un'appassionante racconto di sopravvivenza, non tanto alle insidie della natura, quanto ai difetti congeniti dell'uomo.
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