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Il cielo sopra Berlino

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

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La recensione su Il cielo sopra Berlino

di steno79
9 stelle

Ricordo che in un sondaggio organizzato dalla rivista "Ciak" per eleggere i dieci migliori film degli anni Ottanta "Il cielo sopra Berlino" fu scelto accanto a pellicole come "Shining", "Blade runner", "Zelig", "Fanny e Alexander" e altre. Rispetto a questi titoli, "Il cielo sopra Berlino" regge ancora molto bene, è un film che può contare su notevoli qualità di stile ma dove forse si avverte un certo scollamento fra l'eccellenza della forma, con immagini spesso bellissime dovute al grande operatore francese Henri Alekan, e dei contenuti non sempre così stimolanti, dove la ricerca dell'effetto poetico in qualche caso si avvicina un po' al poeticismo, anche a causa dei dialoghi di Peter Handke dal tono metafisico/filosofico e ad un'abbondanza di monologhi, come quelli della trapezista Solveig Dommartin, piuttosto sentenziosi e ornati. Tuttavia, pur con questi limiti che la rendono un po' disuguale, la favola spirituale di Wenders riesce comunque a coinvolgere lo spettatore, a farlo riflettere su molte questioni dell'attualità sociale degli anni Ottanta, ad incantarlo con riprese aeree ed invenzioni visive comunque affascinanti, grazie ad una macchina da presa mobilissima a cui il regista fa compiere vere e proprie acrobazie. Nel cast si rivede Bruno Ganz, che già fu il protagonista del mitico "Amico americano" (uno dei film più belli di Wenders), sensibile e misurato nel ruolo dell'angelo che sceglie di diventare un vero uomo, la compagna del regista Solveig Dommartin e' usata soprattutto in funzione decorativa e, fra gli altri, ho apprezzato soprattutto la partecipazione di Peter Falk che si rivela a sorpresa un ex angelo anche lui, nonché la scena dell'esibizione rock di Nick Cave. Nel complesso lo scorrere del tempo probabilmente ha giovato al "Cielo sopra Berlino", vincitore del premio per la migliore regia al festival di Cannes, e, al di là di certi difetti segnalati in precedenza, resta una delle opere "larger than Life" degli anni '80, una meditazione appassionante sul senso del nostro passaggio sulla Terra, un tentativo di costruire un film poetico alla Tarkovskij a cui si può perdonare qualche eccesso, una vetta nell'immaginario filmico di Wenders.

voto 9/10

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