Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Damiel e Cassiel sono due angeli che vagano per la Berlino degli anni '80 ascoltando i pensieri degli esseri umani. Damiel però si innamora di Marion che fa la trapezista, e per poter vivere insieme a lei decide di rinunciare alla sua immortalità. Il film secondo me è bellissimo, ed è pieno di poesia. Gli angeli ci vengono rappresenti nella loro esistenza privata di un corpo e sentimenti mentre osservano la la vita degli umani incapaci di viverla. Il forte desiderio di provare sensazioni fisiche e di conoscere la vita, li porta a rinunciare all'eternità per crercare di provare le gioie e le sofferenze degli esseri umani. L'amore per una donna (Marion) è il catalizzatore della scelta di Damiel, che desidera vivere il presente e provare le emozioni umane. Il film ci fa riflettersi sulla nostra coscienza del tempo e sulla necessità di conservare la memoria per non ripetere gli errori del passato. Il bianco e nero degli angeli rappresenta la loro condizione di privazione, mentre la percezione del colore da parte degli esseri umani è legata allo stupore e alla capacità di meravigliarsi di fronte alla vita. La città di Berlino divisa dal Muro è il simbolo del desiderio di superare le barriere e di riconnettersi con gli altri, trovando il senso della propria esistenza. L'interpretazione di Bruno Ganz nei panni dell'angelo Damiel è eccezionale, e trasmette la malinconia e il desiderio di immergersi nella vita e nelle emozioni umane. Falk interpreta un angelo caduto e da un ottimo contributo, come quando improvvisa dialoghi legati al suo personaggio di tenente Colombo, ma con un significato più profondo legato al suo passato da angelo. La trapezista Marion, interpretata da Solveig Dommartin, è fondamentale per l'evoluzione di Damiel, poiché rappresenta l'occasione di superare il mero ascolto della vita per entrarvi e viverla. La regia di Wenders è magistrale per la sua capacità di creare un'esperienza visiva poetica e commovente, combinando il bianco e nero alla realtà a colori, e alternando prospettive dall'alto con momenti intimi e introspettivi. Un opera che è anche un atto d'amore al cinema, una dedica ai registi che hanno influenzato Wenders, come Ozu, Truffaut e Tarkovskij
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