Trama
Sole, mare, nessun obbligo: sono gli elementi che più contano per la quarantacinquenne Ester, la protagonista del film Caravan. Dopo una vita trascorsa ad accudire il figlio David, un adolescente con disabilità mentale, l’idea di un’estate spensierata le sembra quasi irreale. Invitata da amici nel sud Italia, accetta con riluttanza. Ma l’idillio si incrina presto: David, imprevedibile e pieno di emozioni, fatica a adattarsi al nuovo contesto, creando disagi ovunque vadano. Ester si sente fuori posto. E allora prende una decisione impulsiva: sale su un vecchio caravan abbandonato e parte, sola con il figlio, per una fuga attraverso l’Italia.
Non hanno un piano. Solo chilometri da percorrere, silenzi da condividere e nuovi incontri. Tra questi, quello con Zuza, una giovane donna libera e diretta, che entra nella loro vita come un uragano. Con lei, Ester si permette per la prima volta di essere sincera: su suo figlio, sulla maternità, su di sé. Inizia a vedere David non più come un eterno bambino, ma come un individuo, capace di relazioni e di desideri. E finalmente comprende di potersi dare il permesso di volere qualcosa anche per sé.
Il film Caravan, presentato al Festival di Cannes 2025, è un road movie intima e poetica sul desiderio di libertà, sulle forme imperfette dell’amore, e sulla fatica ma anche la necessità di smettere di sopravvivere e cominciare a vivere.
Per la regista Zuzana Kirchnerová, Caravan è un film nato da un’urgenza personale. Il soggetto affonda le radici nella sua esperienza di madre di un figlio con disabilità, ma l’intento non è quello di raccontare una storia autobiografica. Al centro del film c’è una domanda universale: si può davvero scappare da sé stessi, o dalla propria vita?
Kirchnerová voleva che il film Caravan toccasse corde profonde e scomode, evitando idealizzazioni. La protagonista, interpretata da Ana Geislerova, non è un’eroina, ma una donna stanca, che ha amato tanto e ha perso pezzi di sé. Attraverso il viaggio, spesso silenzioso, con il figlio e con l'imprevista compagnia di Zuza, Ester attraversa anche le proprie contraddizioni. Non c’è catarsi definitiva, ma piuttosto un lento processo di riconciliazione con il proprio desiderio di vivere, nonostante tutto.
Girato in Calabria e in Emilia-Romagna, Caravan cerca una bellezza non da cartolina, ma fatta di margini, di silenzi, di polvere sulle strade secondarie. Una “diversa” Italia che diventa spazio mentale oltre che fisico.
Kirchnerová ha scelto Ana Geislerováa fin dall’inizio. Voleva un’attrice che potesse incarnare la complessità emotiva del personaggio, senza paura della fragilità o della rabbia. “Ana è una madre di tre figli - dice la regista - e conosce ogni sfumatura del materno, anche quelle meno luminose”.
Note
Continua qui: CARAVAN, UN FILM SU UN’UMANITÀ INVISIBILE
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