Regia di Chris Nash vedi scheda film
Slasher lento e contemplativo, con tensione costante e approccio unico del regista. Divisivo e potenzialmente noioso
In a Violent Nature (2024) è uno slasher canadese uscito direct-to-video per Blue Swan Entertainment, che sfida le convenzioni del genere. Chris Nash abbandona jump scare e colonna sonora, concentrandosi su silenzio, foresta e un’atmosfera quasi documentaristica, dove ogni rumore e movimento amplifica la suspense. L’approccio soggettivo del protagonista rende il film ipnotico, anche se a chi cerca uno slasher tradizionale può sembrare lento.
Un gruppo di ragazzi in vacanza trova un medaglione in una torre antincendio crollata, che custodiva la pace del corpo di Johnny (Ry Barrett), sepolto anni prima nei boschi. Johnny si risveglia e lentamente si rialza, iniziando a mietere vittime uno dopo l’altro. La storia segue il percorso inesorabile dell’antagonista, lasciando in secondo piano i ragazzi e concentrandosi sulla progressione della violenza. La lentezza dei movimenti e il silenzio accentuano l’ansia, trasformando ogni scena in un’esperienza quasi documentaristica.
Nash privilegia lunghe inquadrature statiche e assenza di colonna sonora, mostrando il mondo dal punto di vista di Johnny e immergendo lo spettatore nella sua mente. La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, è minimalista, con dialoghi essenziali, mantenendo il focus sull’antagonista e sull’ambiente. Questa scelta rafforza il punto di vista del killer e la contemplazione dei boschi canadesi.
Ry Barrett è Johnny, un essere implacabile la cui presenza inquietante guida l’andamento della storia. Gli altri personaggi hanno ruoli minimi e pochi dialoghi; a mio parere, questa scelta accentua la suspense e lascia il centro della scena al protagonista e all’ambiente naturale, lontano dagli slasher tradizionali. Non è chiaro se questa riduzione sia voluta dal regista o una conseguenza narrativa.
Nash si è ispirato ai film di Gus Van Sant (Elephant, Last Days) per lentezza narrativa e cura dei dettagli, e a Terrence Malick per trasformare la foresta in parte integrante della storia. L’illuminazione naturale e i colori sobri, insieme agli effetti pratici – trucchi, protesi e corpi finti – contribuiscono a un look realistico e documentaristico. Lo slasher richiama Venerdì 13 per boschi e sequenze di violenza, ma Nash lo interpreta in chiave contemplativa e lo ha girato in formato Academy, spiegando che è “così che guardavo tutti gli slasher da bambino su VHS… questo è il formato slasher“, richiamando la nostalgia e il modo tradizionale di fruire del genere.
In a Violent Nature è uno slasher meditativo, dove la tensione nasce dall’inarrestabile violenza del protagonista e dall’ambiente naturale. Il ritmo lento e le lunghe inquadrature possono risultare noiosi a chi cerca uno slasher più diretto, ma il film resta interessante per l’approccio radicale e la costruzione ipnotica delle scene.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta