Regia di David Miller vedi scheda film
Un western che tale è solo in parte, ma anzi fonde molto bene il tema della modernità che fa letteralmente a pugni con un mondo ormai superato
Difficile definire questo film di David Miller del '62 un vero e proprio western, se non per la seconda parte, che del genere ci restituisce le ampie vedute, gli spazi aperti ed un'insopprimibile voglia di libertà da parte del protagonista. Nella prima, invece, il cowboy interpretato dall'ottimo Kirk Douglas è inserito in una certa modernità (sa molto di sfottò l'appellativo cowboy con cui viene etichettato da chiunque incontri, come se rappresentasse un mondo ormai superato) e soprattutto, a fare da tema conduttore, è la storia di un'amicizia che spinge il protagonista a farsi arrestare pur di tentare di liberare l'amico dalla prigione in cui è recluso. Un'amicizia che sarà in parte tradita dal rifiuto dell'amico a seguirlo nella fuga, solitaria e disperata, con alle calcagna gli uomini dello sceriffo interpretato da un atarassico Walter Matthau. Quel tema della modernità con cui il cowboy avrà suo malgrado a che fare tornerà nel bel finale, elegia di un uomo fuori dal tempo e del suo quasi inevitabile destino.
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