Regia di Peter Brook vedi scheda film
Il signore delle mosche (1963): locandina
In un ancora futuro 1984, si immagina in corso una guerra nucleare, che induce l'Inghilterra ad organizzare un volo aereo che trasporti alcuni selezionati ragazzi inglesi, messi in salvo dalle città in guerra.
Tuttavia una forte tempesta fa precipitare il velivolo in corrispondenza di un'isola deserta.
Sopravvivono solo un piccolo gruppo di giovani, mentre gli adulti periscono tutti. Due ragazzi, Ralph e il pingue ed ingenuo "Bombolo" sono i primi a rendersi conto della circostanza.
Presto a loro si uniranno gli altri sopravvissuti.
Tutti prima o dopo si rendono conto del fatto che, trovandosi in un'isola deserta, si ritrovano liberi, fuori dal controllo dell'autorità, dei rispettivi genitori ed adulti come insegnanti, ma che occorre organizzarsi per sopravvivere in quel luogo affascinante ma ostile, isolato dal mondo.
Il tenace ma smunto Ralph viene eletto ad acclamazione come capo, ma finiscono presto per crearsi due fazioni: la prima è capeggiata da Ralph, mentre la seconda da Jack, già leader degli altezzosi ragazzi del coro, che si occuperà dapprima di cacciare e procurarsi il cibo, fino a rivendicare la leadership.
Sarà l'inizio di una lotta fratricida simile a molte guerre intraprese dagli adulti che insanguinano il mondo dall'alba della civiltà fino ai giorni attuali.
Il signore delle mosche (Lord of the Flies) è un film del 1963 diretto dal celebre regista teatrale e cinematografico Peter Brook, presentato in concorso al 16º Festival di Cannes.
Il film è ispirato all'omonimo celebre romanzo di William Golding, scritto nel 1952 e pubblicato nel 1954, caposaldo della letteratura incentrato sulla teoria del disastroso tentativo di autogovernarsi dell'uomo, affrontato analizzando come anche un gruppo di bambini possa ricadere negli errori madornali dell'adulto che si trova influenzato dalle regole ispirate a concetti decisamente lontani da principi che possano garantire pacifica convivenza e comune tolleranza. L'adattamento ad opera di Brooks funziona bene, per quanto la riduzione cinematografica presenti tempi di svolgimento più rapidi, che invece il romanzo dilatata attraverso situazioni ed eventi che si protraggono per assai più giorni di quanto appaia nel film, dove l'avventura di vita si esaurisce in un tempo imprecisato ma non così lungo da comportare mutazioni fisiche legate alla crescita dei protagonisti.
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