Regia di Adam Cooper vedi scheda film
Fa sempre piacere vedere Crowe in forma
Un ex poliziotto, in preda ai rimorsi di coscienza, dopo dieci anni riprende in mano un suo vecchio caso. L' unico problema è che nel frattempo gli è stato diagnosticato l'Alzheimer. Noir dall'incedere machiavellico, parte alla lontana per poi stringere il cerchio. Diviso in sezioni che prendono il nome di tutti i sospettati , ce li presenta via via che l'ex poliziotto Freeman (Crowe) ne svela le implicazioni nel caso, di fatto scoprendole insieme allo spettatore, che rimane impantanato fra i ricordi del protagonista, nell'incertezza fra verità e menzogna. La formula funziona abbastanza bene e tiene fino alla fine. A proposito l'attore neozelandese giganteggia come non gli capitava da un po' nei panni del poliziotto smemorato affetto da Alzheimer. Sono le modalità del racconto, l'incedere dolente del peso massimo Crowe, il passo incerto dell' indagine a funzionare, ancora più dello scioglimento della matassa, che nell' epilogo avviene in maniera un po' didascalica. C'è molto peggio in giro.
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