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Un tranquillo posto di campagna

Regia di Elio Petri vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un tranquillo posto di campagna

di ethan
7 stelle

Leonardo Ferri (un Franco Nero in gran forma) è un pittore in crisi creativa nonché esistenziale ed inizia ad avere incubi (anche ad occhi aperti) relativi alla sua storia con la bellissima Flavia (Vanessa Redgrave in stato di grazia), la quale è anche suo agente. Si trasferisce in un casolare in Veneto ma la situazione, anziché migliorare, degenera sempre più, fino all'irreparabile finale.

Un tranquillo posto di campagna, sesto lungometraggio di Elio Petri, è un film che sta in una sorta di crinale tra i suoi lavori precedenti, forse meno conosciuti ai più, ma non per questo non validi (basti pensare a Il maestro di Vigevano con un grande Alberto Sordi o al curioso La decima vittima, incursione nella fantascienza, sempre poco esplorata nel cinema italiano) e quelli successivi (la cosiddetta trilogia della nevrosi ossia Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso - entrambi interpretati da uno straordinario Gian Maria Volonté - e La proprietà non è più un furto) che gli hanno dato la fama, soprattutto postuma, che si merita.

Girato con uno stile sperimentale, con la mdp sempre in movimento, ricco di sequenze oniriche e montate con una libertà che si rifà in parte alla Nouvelle Vague, Un tranquillo posto di campagna è un film che anticipa nelle atmosfere gotiche i primi thriller di Dario Argento nonché gli horror padani di Pupi Avati ma, rispetto a tali autori, Petri non vira né verso l'horror truculento argentiano e nemmeno immette tocchi di ironia nella narrazione come il prolifico autore emiliano ma concentra le sue attenzioni tanto sugli aspetti umani dei personaggi, narrando le vicissitudini e la discesa nella follia del protagonista, incapace di distinguere la realtà dall'immaginazione, quanto su quelli che in futuro meglio ancora analizzerà, quelli propriamente 'classisti', con il protagonista sfruttato dalla compagna-agente sfruttatrice, come si comprenderà meglio solo nella rivelatrice scena finale.

Ne esce un film sicuramente imperfetto, ad una prima visione in alcuni tratti incomprensibile e talvolta irritante ma al contempo vitale ed intrigante, il cui valore artistico è arricchito dalla splendida fotografia di Luigi Kuveiller e dalla particolarissima colonna sonora, lontana dalle sue tipiche melodie, di Ennio Morricone. Contrariamente ai loro personaggi, ottima l'alchimia interpretativa tra Franco Nero e Vanessa Redgrave.

Voto: 7.

 

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