Regia di Marcel Carné vedi scheda film
"Alba tragica" è uno dei film-manifesto della corrente del Realismo poetico francese, uno dei vertici del cinema di Marcel Carne', qui assistito in sceneggiatura dalla penna del grande poeta e suo collaboratore preferito Jacques Prevert, nonché da Jacques Viot.
È un film molto legato all'epoca in cui fu realizzato, tanto che oggi può apparire un po' datato per certi versi, ma rimane un'opera cruciale nella definizione di una poetica e di uno stile, una pellicola davvero "quintessenziale" se mai ce ne furono, al di là di qualsiasi difetto che si potrebbe rimproverare in chiave estetica.
La trama vede l'operaio Francois innamorarsi della giovane fioraia Francoise, ricambiato, ma questo sentimento di purezza e di genuino slancio amoroso sarà ostacolato da un ambiguo e perfido "protettore" della ragazza, fino alle conseguenze tragiche che il film ci lascia intuire fin da subito, in quanto è tutto narrato in flashback. "Le jour se leve" è un film generalmente definito di impronta realistica, con un eroe appartenente al proletariato, ma i dialoghi di Prevert e le scelte visive di Carne' trasfigurano molto spesso il realismo in un simbolismo certamente intellettualizzato ma comunque accessibile ad un vasto pubblico e che influenzerà con il suo fatalismo tutta la corrente del cinema Noir americano anni 40/50.
Fra i contributi tecnici non si può non citare il bianconero atmosferico di forte impatto visivo firmato da ben quattro direttori della fotografia fra cui Philippe Agostini, nonché le scenografie del maestro Alexandre Trauner. Forse il film perde qualcosa nell'enfasi oratoria di alcuni dialoghi, soprattutto nei confronti fra Gabin e Berry, a tratti un po' "over the top", ma per il resto rimane una perla del cinema prebellico con personaggi definiti con notevole precisione e un clima di disincanto e tragedia imminente che rimane ancora oggi vivido e memorabile.
Jean Gabin è certamente in una delle sue migliori prestazioni in assoluto e conferisce al suo Francois un certo distacco che però nelle scene romantiche si colora di passione e nella scena alla finestra in cui urla alla folla dà la misura di un talento drammatico che forse è stato troppo a lungo sottovalutato; bravissimo anche Jules Berry nella parte del viscido Valentin, uno dei "cattivi" più indimenticabili del cinema francese dell'epoca, e di forte risalto divistico la prestazione della grande Arletty nella parte della "seconda" donna, Clara.
Probabilmente un gradino al di sotto del capolavoro assoluto di Carne' e Prevert "Les enfants du paradis", "Le jour se leve" resta comunque una pellicola di notevole spessore, un vero classico del cinema transalpino.
Voto 9/10
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