Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Arthur Hamilton, un cinquntenne funzionario di banca afflitto da crisi di mezza età, entra in contatto con una misteriosa organizzazione che gli propone le acquisizioni di una nuova identità ed un diverso ruolo nella società, previa modifica chirurgica dei connotati. Pur titubante, l'uomo accetta. Il bancario Hamilton diventa Antiochus Wilson, pittore; gli si prospetta una vita completamente diversa, più felice rispetto la precedente. Ma le cose non vanno come previsto; Hamilton / Wilson crea dei seppur flebili legami con il suo passato. Vorrebbe ancora una volta cancellarli, ma non gli sarà incondizionatamente concesso. Thriller con risvolti fantascientifici diretto dal regista statunitense John Frankenheimer, il quale trae ispirazione da un romanzo di David Ely, "Istituto Di Bella Morte", "Operazione Diabolica" è la storia di un uomo maturo, condannato all'eterna insoddisfazione. Arthur Hamilton (John Randolph) vive in una condizione di benessere sociale e materiale; nonostante ciò, egli non è felice. Non ha sodddisfazione nel rapporto con la moglie, con la quale non riesce a comunicare. Il rapporto con la figlia è quasi del tutto assente. E' vittima di ansie e psicosi. La sua poco felice esistenza cambia radicalmente insieme alla sua identità; in cambio dell'affidamento dei propri cospicui beni, l'organizzazione, diretta da un anziano "visionario" che sembra sapere molto bene ... come va il mondo, cura il cambio dei connotati e il reinserimento nella società con un altro nome e con la prospettiva di dar maggiore spazio alle sue propensioni, le quali, a seguito di una specifica analisi, sono riconosciute come "artistiche". Il protagonista, cui offre il più giovane volto, da questo momento in avanti, Rock Hudson, ha la possibilità di ottenere maggior soddisfazione dalla vita. Subito gli si avvicina una bella donna; è benvoluto da altre persone le quali ne ammirano le opere è più che benestante; partecipa a divertimenti sfrenati, quasi fossero riti dionisiaci. Nel corso di un ricevimento, vittima dei fumi dell'alcool, rivela davanti ai presenti dettagli del suo passato. Un'atroce consapevolezza l'assale, tutti gli astanti sono nella sua medesima situazione. Compromessi i rapporti con il nuovo ambiente e concluso un confronto con la moglie, di fatto vedova di Arthur, vorrebbe nuovamente cambiare identità; gli viene chiesto di presentare un ulteriore potenziale cliente per l'organizzazione, così come lo è stato lui, attratto nel "giro" da Charlie, un amico che egli credeva morto. Arthur / Wilson non è in grado; dunque, è avviato ad una tragica fine. Chissà se nel terrore che lo divora negli ultimi istanti di coscienza egli abbia maturato l'idea che una sola ulteriore identità, per i più non sia sufficiente, e che solo assumendone una terza - ma anche una quarta, etc. - i conti con il passato possano dirsi definitivamente chiusi. Al regista di come operi l'organizzazione interessa secondariamente; egli rivolge una forte critica alla società del suo tempo, se non, universalmente, alla natura umana, la quale pur consentendo che alcuni soggetti raggiungano la soddisfazione dei bisogni materiali, nega quel benessere interiore che ci aspettiamo sia ad essa connesso. Arthur, bancario, buoni amici, una moglie bella ed elegante, figlia ben sistemata, barca ed altri svaghi nel tempo libero dal lavoro; Wilson, artista, belle donne intorno, divertimenti sfrenati, apprezzamento dei conoscenti; un personaggio, vite diverse, stessi problemi. E' su questa insoddisfazione, comune a migliaia di individui, che, nella fantasia dell'autore, l'organizzazione prospera e, nella realtà, l'uomo non riesce ad essere felice. Il ritmo del racconto è sostenuto; le prime sequenze danno conto delle non buone condizioni mentali del protagonista, psicotico, allucinato, oppresso dalla quotidianità; il contatto con l'organizzazione potrebbe rappresentare una boccata d'aria, ma così non è. Epilogo facilmente prevedibile. Un buon thriller, realisticamente pessimista nonostante i dettagli fantastici della trama.
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