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Winchester '73

Regia di Anthony Mann vedi scheda film

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La recensione su Winchester '73

di barabbovich
7 stelle

A Dodge City, al termine di una gara di tiro a segno, Lin McAdam (Stewart) si aggiudica un pregiatissimo fucile (il Winchester ’73 del titolo) soffiandolo di un nulla a Dutch Brown (Duryea), un bandito col quale Lin sembra avere da tempo immemorabile un conto in sospeso. Ma lo stesso Dutch glielo porta via e, da quel momento, il fucile comincia a passare di mano in mano, seminando cadaveri tra ogni proprietario.

Uno dei grandi classici del cinema western, Winchester ’73 è una girandola di situazioni mutevoli, spesso violente, che solo nel finale svela per intero le ragioni della contesa. Il tema edipico e quello della violenza fratricida affiorano così tra gli spari e i canyon, introducendo nel genere un'insolita profondità psicologica. È il primo dei cinque western che Anthony Mann girerà con James Stewart, e già qui il sodalizio mostra tutta la sua potenza: l’eroe tormentato e la frontiera ambigua diventano il nuovo volto del western maturo. Lo schema narrativo – quasi un road movie a cavallo – verrà ripreso molti anni dopo, in chiave dolente e grottesca, dal capolavoro Il vestito di Alex Van Warmerdam. Da segnalare anche una galleria di personaggi secondari che oggi fanno sorridere: Rock Hudson truccato da capo Sioux, Tony Curtis in una comparsata quasi invisibile e, nei titoli di coda italiani, la voce di Alberto Sordi.

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