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Il diavolo sulle colline

Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film

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La recensione su Il diavolo sulle colline

di Baliverna
4 stelle

Torino 1937: tre scapoli buontemponi, che amano bighellonare di notte, incontrano un uomo raffinato e ricco, spregiudicato e bizzarro, che li invita nella sua villa di campagna.

Non mi ricordo perché l'ho registrato da Fuori Orario. Sarà stato per il nome di Cesare Pavese (autore del racconto), per il titolo curioso... Senza nulla togliere al grande scrittore italiano, nelle mani di Cottafavi il materiale si sgretola e si sfalda, e si aspetta invano che il film decolli.

Il suo problema principale è, secondo me, la pesantezza letteraria dei dialoghi. Essi sono infatti innaturali, cavillosi, alla costante ricerca della massima, dell'epigramma, dell'affermazione geniale. Poi, però, si risolvono in un vuoto esercizio di stile letterario, dove le affermazioni sono spesso povere di reale contenuto e si avvitano su se stesse. Alle volte sono proprio aria fritta, benché fatta di una lingua aulica e ricercata. Per questi giochi bisogna essere un Goethe o uno Shakespeare, non basta essere sceneggiatori ambiziosi (se non sbaglio sono tre, contando il regista stesso).

Purtroppo non ho letto il racconto di Pavese, ma mi sono sforzato di immaginarlo: il ritratto di un uomo bello, ricco, spregiudicato, egocentrico, egoista e donnaiolo (che quindi con la moglie va in bianco...), il quale vive in modo imprevedibile e senza limiti. Attorno a lui alcuni amici e alcune donne. Dal film, tuttavia, si riceve solo un racconto diluito e annacquato incentrato attorno ad un dandy un po' bizzarro, al quale manca però la forza e l'imponenza del suo ruolo.

Gli attori non sono poi malvagi, e sono sicuramente il problema minore.

Si tratta di un film per la televisione prodotto dalla Rai. Eravamo nel 1984 e già da qualche anno serpeggiavano nelle produzioni televisive una certa piattezza ed una qualche fiacchezza, curiosamente allo stesso modo anche in Germania (vedere il decadimento della serie di Derrick per capire). E questo film è anch'esso fiacco ed esangue. Si arriva sì alla fine, ma con qualche sbadiglio.

 

 

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