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Un anno, una notte

Regia di Isaki Lacuesta vedi scheda film

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La recensione su Un anno, una notte

di supadany
7 stelle

In seguito a un trauma dagli effetti devastanti, non esistono formule univoche che diano la garanzia assoluta e comprovata di portare a una completa guarigione, con il ritorno a una vita pienamente normale. Segnatamente, ogni individuo dispone di una specifica/incontaminata sensibilità, di un modo strettamente personale di affrontare le battaglie che il destino gli propone. Così, c’è chi rimane incagliato in una crisi profonda, in un trascorso segnante che non concede un millisecondo di spensieratezza, e poi c’è chi tenta – con marmorea ostinazione - di andare comunque sia avanti, come se niente d’importante fosse successo, quantunque dentro di sé niente sia più come prima.

Un anno, una notte prende in considerazione questi due estremi, piazzati/piombati a valle di un evento che non si dimentica, qual è stato – per quanto nel frattempo, tra Ucraina e Palestina, l’uomo sia stato capace di combinare anche di peggio - l’attentato al Bataclan del 13 novembre 2015, e all’interno di un rapporto di coppia, una condizione ideale per esplorare i contrasti prodotti nel tempo da modalità diverse di pensare e di elaborare un disagio interiore. Un’opera densa e ricomponibile, che lascia il segno, nonostante metta in atto una composizione articolata e tortuosa, che non facilita una totale/elementare comprensione ma che, al contempo, continua a fluttuare tra frangenti e dettagli scelti, sviluppati e sviscerati accuratamente.

Dopo essere miracolosamente scampati alla serata del Bataclan del 2015, che ha visto morire 130 persone con oltre 400 feriti, Céline (Noémie MerlantRitratto della giovane in fiamme, L'innocente) e Ramón (Nahuel Pérez Biscayart120 battiti al minuto, Lezioni di persiano), che formano una coppia affiatata, tentano di andare avanti ma lo fanno in maniere diametralmente differenti.

Così, mentre Ramon sfoga tutta la sua incontenibile disperazione, Céline si comporta come se non le fosse accaduto nulla, tanto da evitare di informare genitori e colleghi di quanto capitatole.

In ogni caso, i nodi sono destinati a venire al pettine.

 

 

Noémie Merlant, Nahuel Pérez Biscayart

Un anno, una notte (2022): Noémie Merlant, Nahuel Pérez Biscayart

 

 

Ispirandosi al libro Paz, amor y death metal di Ramón Gonzalez, che ha anche seguito in prima persona la lavorazione del film forte della sua esperienza diretta, e diretto dal talentuosoIsaki Lacuesta (The next skin, Segundo premio), Un anno, una notte predilige il come al cosae si guarda costantemente attorno, inanellando una sfilza pressoché sterminata di sbalzi d’umore.

Dunque, pur fissando e mantenendo il suo centro di gravità sui due protagonisti, continua a ondeggiare tra molteplici coordinate riferite al tempo e allo spazio. Un’operazione eseguita a cuore aperto, che presta particolare attenzione a tanti piccoli/sostanziali elementi, che vanno a stimolare la percezione, con versioni dell’evento scardinante che finiscono per accavallarsi (la notte) e poi tutto quando avviene nei mesi successivi (un anno).

Un viaggio in lungo e in largo, accidentato/incidentato e composto da parecchi frammenti, da estratti contraddistinti da una natura contrastante, con voci esterne che affondano nella carne indebolita dei protagonisti, soprattutto tra la famiglia (di lui) e il posto di lavoro (di lei), due situazioni che forniscono ulteriori/propedeutici punti di vista sociali, assolutamente realistici e in grado di amplificare le difficoltà di anime ferite.

Da qui, si compone un puzzle fragile e vibrante, che riprende i pezzi di un vaso finito in mille pezzi, nel quale non esistono risposte indiscutibilmente giuste o sbagliate, né tanto meno prescrizioni mediche infallibili, scandito da appuntamenti quotidiani e da strati epidermici da visitare/ispezionare, che arrivano ad assestare colpi particolarmente duri/aspri, tra momenti annichilenti e parole che, nella loro schietta sincerità, sono di estrema durezza.

Questo quadrante, multiuso e perturbante, richiede un notevole impegno/sforzo ai due protagonisti, Noémie Merlant e Nahuel Pérez Biscayart. Entrambi forniscono risposte estremamente valide, ancheggiando a tutto campo tra stati d’animo che continuano a subire mutazioni, sempre con una pertinenza che, nei frangenti più riusciti, toglie completamente il fiato.

 

 

Noémie Merlant, Nahuel Pérez Biscayart

Un anno, una notte (2022): Noémie Merlant, Nahuel Pérez Biscayart

 

 

Nel suo complesso, Un anno, una notte è tutto fuorché un film facile, come avrebbe potuto tranquillamente essere se Isaki Lacuesta si fosse accontentato di compiere una riproduzione lineare/omologata. Con un riuscito/fruttifero colpo d’occhio, che ad esempio ritrae – non solo - Parigi con una personale angolazione, e un battito cardiaco che sa incontrare/tratteggiare il panico, il contatto materiale/spirituale tra i corpi e la loro posizione nel contesto di appartenenza, che influisce attivamente sulla transizione degli eventi.

Tra amore e odio, carezze delicate e rasoiate feroci, travagli interiori e concitazioni che agitano il contesto esterno, squarci sanguinanti e distacchi elegiaci, smottamenti che annienterebbero un toro e riflessi variabili, con canali di comunicazione che consentono di aggiungere – con perpetua volontà - elementi proficui, modellando la temperatura emotiva.

Instabile e incandescente, dissonante e immersivo, dall’elevato contenuto sensoriale.

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