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Il demone sotto la pelle

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il demone sotto la pelle

di IlCinefilorosso
7 stelle

Se Stereo e Crimes of the Future erano due film d'osservazione e contenimento, laboratori all'interno dei quali si muovevano figure sessualmente represse e impossibilitate a comprendere la natura dei propri corpi e delle proprie menti, Shivers è il primo, vero atto di sfida a tabù sociali e inibizioni culturali. Nei primi due lungometraggi del regista canadese gli spazi claustrofobici sembravano aver la meglio sui corpi e sulla loro dimensione pulsionale, mentre qui diventano scenari ospitanti di una sessualità incontenibile, che esplode in tutta la sua irrefrenabile carica. L'incontaminato e asettico paradiso terrestre denominato "Arca di Noè", ove sembra non ci sia traccia di delinquenza, violenza e immoralità, ben presto si rivela incapace di contenere la forza latente delle pulsioni umane che lo abitano. È tutto un gioco di contrasti che cela un grande inganno, mostratoci da Cronenberg con urgenza espressiva fin dalle prime battute del film, utilizzando un montaggio che, all'ingresso nella lussuosa struttura da parte di una coppia di fidanzati, alterna le immagini di un uomo che aggredisce, strangola, spoglia e squarta con un bisturi una ragazzina vestita da scolaretta, per poi togliersi la vita. Verremo a scoprire dalle parole del dottor Linsky che l'uomo altro non è che uno scienziato di nome Hobbes, il cui intento era quello di iniettare nel corpo umano dei parassiti in grado di sostituire eventuali organi interni malati. Più nello specifico, egli ne ha ideato uno in grado di far recuperare all'individuo i suoi istinti primordiali, astraendolo dall'opprimente cerebralità che, a suo modo di vedere, lo affligge.

La caratteristica del corpo umano, sembra dire Cronenberg, non è quella di esaurirsi, ma di trasformarsi, evolvere e trovare modi sempre nuovi per affermarsi. La mutazione fisica e psicologica rappresenta allora la possibilità di una liberazione. Shivers è la prima grande declinazione audiovisiva dell'indagine cronenberghiana, il cui intento non sembra mai quello di trovare risposte alla complessità dell'umano, piuttosto di valutarne le caratteristiche, studiarne i rapporti di forza, la capacità di adattamento, per poi porsi domande e formulare ipotesi. Quello di Cronenberg è un cinema del post-umano, in quanto cerca di scavalcare i limiti dell'umano, distruggendo tabù e convenzioni sociali. Il corpi, nei suoi film, spesso si fondono con la tecnologia (eXistenZ esplora il rapporto tra realtà virtuale e esperienza umana, mentre Crash affronta l'erotizzazione degli incidenti automobilistici e il desiderio di fondersi con le macchine), portando ad un'ibridazione fisica e concettuale. Queste forme ibride oltrepassano le dicotomie tradizionali tra naturale e artificiale. Le protesi, gli impianti e i dispositivi digitali fungono da estensioni del corpo, aumentando le capacità sensoriali e motorie e estendendo il concetto di corpo oltre i suoi limiti biologici. Ma la dimensione entro cui si muove spesso il regista è anche quella dell'eros, motore centrale, sembra dirci Shivers, dell'umanità tutta. In un momento del film, l'infermiera Forshyte racconta al proprio amante di un sogno nel quale un vecchio, nel bel mezzo di un amplesso, le ha detto che ogni cosa è potenzialmente erotica, sessuale e può dare piacere, persino la pelle di un vecchio, la parola, il respiro e addirittura la morte, mentre la malattia è l'amore di due creature strane e contrastanti che cercano di unirsi. In questo dialogo risiede, dunque, l'idea di una profonda esplorazione della corporalità (destinata a esplodere definitivamente in film successivi come "La mosca" o "Crash"), che spesso sfida i confini tra ciò che è considerato normale e ciò che è considerato aberrante, tracciando una dialettica (più che una dicotomia) che attraverserà tutta la sua opera: amore e malattia, salute e morte, bontà e violenza, al fine di creare una nuova comprensione della realtà. La poetica cronenberghiana indica il desiderio e la sessualità come forze universali e incessanti che permeano tutta l'esistenza umana. Il corpo e i suoi impulsi, nell'esperienza dell'individuo, sono centrali. Da qui l'importanza, nel cinema del regista canadese, della componente psicoanalitica (non a caso nel 2011 girerà un film intitolato "A Dangerous Method", basato sui turbolenti rapporti tra Jung e Freud). Il finale del film, dunque, sembra alludere più all'evoluzione di un'umanità pronta a diffondere nuove forme di esistenza che a una violenta e terribile catastrofe. Qui si completa anche il ribaltamento dei canoni del genere, poiché tutto avviene in modo fluido, naturale, e i residenti dello stabile, accompagnati dalla candida voce del radiofonico, sembrano accettare e abbracciare la loro nuova identità piuttosto che uscire come un'orda distruttiva tipica degli zombie movie di quel decennio e del precedente, tornando in società come individui nuovi, pronti a diffondere un'epidemia non solo fisica, ma anche psicologica e culturale. È la nuova carne.

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