Nessuno potrà paragonare la recitazione di Audie Murphy a quella di Marlon Brando, ma è lui di fatto che mitomizza il ruolo e quasi per una volta, sembra compiacersi di essere il "cattivo" di questo bel western del grande anche qui in un genere non troppo "suo" , Jack Arnold. La gamma di emozioni di Murphy, spazia da un ghigno beffardo a un sorrisetto, e questo è tutto ciò di cui ha bisogno per questo film. Il resto del cast di serie B di grandi caratteristi tra cui un R. G. Armstrong padre di un figlio medico della sua stessa età, fa un lavoro adeguato nell'inquadrare la storia nei suoi alvei di moralità. Titoli simili dei '50 includono "Giorno maledetto" , "Il Cavaliere della valle solitaria" e "Mezzogiorno di fuoco" , ottime storie dove la moralità degli abitanti del paese viene messa in discussione. Ritengo che "La Pallottola senza nome/No Name On the Bullet" sia più efficace dei film di serie A menzionati, perché qualsiasi danno arrecato alla città e ai suoi abitanti è, essenzialmente, completamente autoinflitto a causa dei sensi di colpa o sospetti dei quali il sicario professionista arrivato in città altri non è che il mero detonatore.
Audie non prende fino agli ultimi venti minuti veramente l'iniziativa e, pur filosofeggiando sulle debolezze degli abitanti, è al di sopra persino del loro giudizio. La sua sola presenza innesca infatti una serie di eventi, come se la coscienza di qualcuno potesse spingere un colpevole, il "colpevole" e non individuato fino agli ultimi quindici minuti, contratto del sicario, all'azione.
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