Regia di Carol Reed vedi scheda film
Terza e (purtroppo) ultima collaborazione tra Reed e Greene con un Alec Guinness in splendida forma. Da recuperare.
Terzo libro di Graham Greene che prende vita in forma cinematografica, è l'ultima collaborazione con Reed ma non la meno apprezzabile, sebbene Il terzo uomo resti, secondo me e non credo di essere il solo, l'esito più alto della sinergia tra Greene soggettista e sceneggiatore e Reed alla regia. Se avete amato il libro, amerete ancor più il film che offre delle variazioni a tutto vantaggio della messa in scena, e sfrutta a pieno le potenzialità di Alec Guinness che con la sua espressione furbetta e ironica rende più efficace un personaggio che nel libro appariva impacciato e poco affascinante. Il resto lo fa l'ottima sceneggiatura che snellisce alcune parti e rende più divertente la scena con le simpatiche espressioni di Hawtorne che qui appare intuire subito in quale pasticcio si stia ficcando il servizio segreto inglese. Il cast è ottimo e tutto fila come deve filare. Sicuramente chi si aspettava la classica spy story resterà deluso, ma chi ha apprezzato il romanzo troverà esattamente ciò che si aspetta: un thriller dai toni ironici che ridicolizza l'intelligence inglese.
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