Regia di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo vedi scheda film
Mirko e Manolo sono poco più che diciottenni, figli di una delle più brutte periferie metropolitane, e per cause fortuite abbandonano la scuola alberghiera ed entrano a far parte del mondo criminale che li circonda e che forse non era neanche all'apice delle loro aspirazioni.
Ma le nuove esperienze li trasformeranno in fretta in individui ricchi e adulti, portandoli a diventare sempre più refrattari a qualunque forma di sensibilità...
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I D'Innocenzo bros., sono due giovani trentenni che arrivano a esordire nel cinema con un film che – nonostante una certa inflazione del genere – risulta alla fine piuttosto interessante. Uno dei loro intendimenti, così come affermano in una recente intervista, è che “ .. volevamo raccontare com’è maledettamente facile assuefarsi al male”.
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La narrazione segue il percorso storico e morale dei due giovani protagonisti, seguiti dalle inquadrature ravvicinatissime della camera, mentre sotto gli occhi dello spettatore si percepisce da parte loro che l'iniziale risentimento per la manipolazione a cui sono sottoposti (da parte del padre di Mirko, o dei boss del clan cui si sono affidati) e forse anche per il precoce abbandono delle ambizioni adolescenziali, evolve mano mano in un desiderio di autoaffermazione virile compiendo il vero passo di "non ritorno" grazie ad un omicidio.
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“Si comportano come se fossero inconsapevoli di quello che fanno”, afferma a un certo punto un uomo del clan parlando dei ragazzi.
Forse perché fin troppo consapevoli di "aver svoltato", abbandonando il sogno di diventare un barman a favore di una nuova esistenza troppo grande per loro e da cui si difendono con la indifferenza: indifferenza sia verso se stessi e le aspirazioni proprie della loro età, sia nei confronti degli altri, a partire delle persone a loro vicine e che gli vogliono bene fino ad arrivare agli sconosciuti contro cui vengono scagliati per impedire che ostacolino gli interessi del clan.
Un film crudo raccontato con stile naturalistico e con atmosfere da noir, anche grazie alla interessante colonna sonora jazzistica che ascoltiamo in sotto-fondo di quando in quando.
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