Regia di Chang-dong Lee vedi scheda film
Jong-su è un giovane che sogna di diventare scrittore e ha una situazione famigliare non facile, tra la madre che non vede da anni e il padre con problemi giudiziari. Un giorno incontra per caso Hae-mi, una vecchia amica d'infanzia, con la quale da lì a poco finisce a letto. Dopodiché, Hae-mi parte per un viaggio in Africa e, quando riappare, è in compagnia di Ben, un giovane ricco e sicuro di sé, che ha, o almeno racconta di avere, la stramba passione di incendiare le serre. Jong-su e Ben sembrano destinati a entrare in collisione.
La realtà non è solo ciò vediamo intorno a noi, è anche una serie di circostanze che si intrecciano per caso, dubbi che creano altri dubbi, menzogne che si sovrappongono e non ci permettono di distinguere il vero dal falso. In Burning - L’amore brucia, del regista coreano Lee Chang-Dong, tratto da un breve racconto di Murakami, ogni elemento della realtà che circonda il protagonista sembra avere la connotazione di un mistero che rimanda a un mistero ancora più grande, fino a trasformare la trama in una visione che, non sappiamo, quanto possa essere concreta o frutto della mente di Jong-su, del suo amore incondizionato per la vecchia amica. Non sappiamo se Hae-mi ha veramente un gatto oppure no, se è davvero caduta in un pozzo da piccola, perché d’un tratto la ragazza sparisca, cosa c’entri Ben in questa sparizione, se egli sia davvero un piromane, e via di questo passo. Un gioco infinito di specchi, di rimandi, curato nei minimi particolari, abbaglia lo spettatore e lo tiene, costantemente, sulla corda, sfidandolo a comprendere, insieme a Jong-su, cosa sta accadendo realmente. L’unica cosa certa, alla fine, è che la realtà, quanto più fa male, quanto più diventa enigmatica, quanto più ci butta dentro un labirinto pauroso da cui sembra impossibile uscire.
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